Il centrosinistra, ancora diviso, resta prudentissimo e cerca di togliere i non pochi ostacoli che ci sono nel cammino di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Colle. Il centrodestra è come sospeso nella nebbia in attesa della decisione di Silvio Berlusconi che nessuno sa quando e se arriverà. Tanto che l'atteso vertice del centrodestra ancora non è stato convocato. Si avvicina però l'ora delle scelte - mancano solo cinque giorni al primo voto dei Grandi elettori per la scelta del nuovo presidente della Repubblica - ma tra le forze politiche regna la confusione e il tatticismo sta ancora tenendo distanti le posizioni dei due schieramenti.
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Le forze politiche sono tutte in attesa della decisione di Silvio Berlusconi che sembra non voler arrendersi e continua a consultare dati e numeri. Ma l'impressione è che anche nel centrodestra sia ormai acquisita la convinzione che non sarà il Cavaliere il loro candidato e sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni lasciano capire di avere già in mente un nome alternativo da lanciare per la corsa al Quirinale. Quale? Sul nome le carte restano coperte ma sembra chiaro che Berlusconi, ove mai si ritirasse dalla corsa, avrebbe una sorta di diritto di prelazione sulla scelta del candidato del suo schieramento.
Dall'altra parte il centrosinistra si è oggi riunito per fare il punto: ma anche da questo lato nessun passo avanti concreto. Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza restano abbottonati.
"Non c'è alcuna intesa sui nomi perchè ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni", ha spiegato il segretario del Pd confermando la volontà di voler condividere la scelta di un candidato autorevole di larga maggioranza. L'unica opzione che permetterebbe al governo di sopravvivere.
Prova evidente dei mal di pancia che tormentano i Cinque stelle è la precisazione uscita dai vertici dopo l'incontro a tre di questa mattina: per il Quirinale il M5s spinge ancora per trovare un nome alternativo a quello di Mario Draghi, in modo da poter far rimanere il premier a Palazzo Chigi, ribadiscono fonti qualificate che hanno l'esigenza di tenere compatti i gruppi parlamentari grillini.
Intanto, Conte ha parlato a lungo anche con Luigi Di Maio che molti continuano ad identificare come suo competitor per la leadership del Movimento. Il nome di Draghi è sempre collocato molto in alto nel borsino del Quirinale ma è materia che scotta. Il Pd teme di bruciarlo anticipando una sua candidatura. Ieri il premier si è mostrato particolarmente attivo incontrando prima il presidente Sergio Mattarella, e poi a Montecitorio il presidente della Camera Roberto Fico. Immediati i rumours parlamentari che hanno letto questo colloquio, che doveva rimanere riservato, come un sondaggio da parte del premier sulla tenuta del mondo dei Cinque stelle.