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Cannes: Totopalma tra Dolan, Mungiu, Aden e Farhadi

In corsa anche Aquarius, American Honey e I, Daniel Black

di Francesco Gallo CANNES

Nel più blindato dei Palmares a venire, quello del Festival di Cannes 2016 che si rivelerà solo oggi, e, va anche detto, nella più omogenea e indecifrabili delle edizioni, a correre per la Palma d'oro potrebbero essere:

LA DIRETTA VIDEO

 

Xavier Dolan (JUST LA FIN DU MOND), che ha vinto il Premio Ecumenico, Mungiu (BACCALAUREAT), TONI ERDMANN di Maren Aden (che ha già fatto suo il Fipresci), Ken Loach (I, DANIEL BLACK), PATERSON di Jim Jarmusch e, new entry, con più che legittime speranze, LE CLIENT di Farhadi. Intanto JUST A LA FIN DU MOND di Xavier Dolan, uno scrittore torna a casa dopo dodici anni solo per dire che sta morendo, trova intatte tutte le nevrosi della sua famiglia. E' subito conflitto con il fratello Antoine (un Vincent Cassel da Palma). BACCALAUREAT di Mungiu mette invece in scena la piccola svolta verso il compromesso e la corruzione da parte di un medico pur di salvare il futuro della figlia. In TONI ERDMANN di Maren Ade, protagonista un'algida consulente aziendale, Ines, che lavora a Bucarest. Arriva il padre burlone, e quando scopre che la figlia ha perso gioia di vivere, decide di trasformarsi in Toni Erdmann; così cambia aspetto e comincia a tormentarla con scherzi e battute. PATERSON di Jim Jarmusch corre con la sua poesia e con l'amore per dettagli. Una coppia di Paterson (New Jersey), lui autista di autobus e lei sognatrice, vive una vita ripetitiva e felice. Lui scrive poesie e ascolta i discorsi dei suoi passeggeri, mentre lei sogna e cucina artistici plum cake. Su LE CLIENT dell'iraniano Asghar Farhadi potrebbe pesare il valore politico di questo film nonostante parli solo di una famiglia borghese. Una coppia di intellettuali, che, inaspettatamente, si ritrova a fare i conti con rigurgiti della tradizione. Stesso discorso per Ken Loach e il suo I, DANIEL BLACK, storia di un 58enne malato che, tra mille burocrazie, si ritrova in povertà (menzione dalla Giuria Ecumenica). Ma sorprese potrebbero venire, in una giuria con tre componenti femminili tra le quali la nostra Valeria Golino, anche da AQUARIUS di Kleber Mendonca (figlio) che ha portato sulla Croisette un'icona sexy come Sonia Braga (in corsa per la Palma come miglior attrice) che a 65 anni interpreta una pasionaria vedova che difende fino ai denti il suo appartamento sull'oceano a Recife. Stesso discorso per JULIETA di Pedro Almodovar. La storia di un distacco tra madre e figlia che la prima cerca di colmare con delle lettere impossibili da spedire. Per i francesi buone possibilità solo per MA LOUTE di Bruno Dumont. Siamo nel 1910 nella baia di Slack. Qui convivono, a grande distanza, i ricchi borghesi in vacanza e i poveri pescatori locali. Il film, girato volutamente nel segno della caricatura, solo per un istante fa incrociare una famiglia di pescatori di mitili, ma anche di borghesi da mangiare, e una agiata tutta vezzi e ipocrisie. Sorprese infine potrebbero venire da AMERICAN HONEY di Andrea Arnold (menzione dalla Giuria Ecumenica), giovani alle prese con un lavoro precario e crack e piccoli furti.

 

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