Le porte non sono ancora del tutto chiuse e Alitalia seguita a garantire almeno un volo quotidiano per i rimpatri o i viaggi d'emergenza sulla rotta Londra-Roma, unico collegamento aereo rimasto operativo fra l'isola e la penisola. Ma chi voleva rientrare in buona parte lo ha fatto, spaventato dai tentennamenti iniziali del governo britannico nel fronteggiare la pandemia di coronavirus e soprattutto dall'incubo di non poter più tirare avanti oltremanica in un panorama di prospettive di lavoro congelate se non morte.
Le stime indicano in oltre 5.000 coloro che in pochi giorni hanno approfittato del ponte aereo della compagnia di bandiera.
Non solo studenti - scrive il giornale digitale 'Londra, Italia' -, ma anche lavoratori stagionali, per lo più impiegati in bar, hotel o ristoranti chiusi o vuoti. E poi giovani professionisti.
E' il caso di Amanda, avvocato, che ha deciso d'anticipare il ritorno in Italia di qualche mese. "A settembre comincerò un nuovo lavoro a Milano e pensavamo di traslocare in agosto - il suo racconto all'ANSA -. Ma ho preferito riavvicinarmi ai miei genitori che vivono nelle Marche, tanto qui non si lavora più". Non si tratta ancora di una fuga di massa, dal momento che i connazionali nel Regno sono all'incirca 700mila (in larga parte residenti a Londra, dove la comunità ha dimensioni da quinta o sesta città italiana per popolazione). Ma il flusso è rilevante e testimonia le ansie e i timori di chi si è trovato a vivere questa emergenza sanitaria lontano. Riscoprendosi all'improvviso - in molti casi - anche senza un lavoro, a causa del lockdown che infine il Regno Unito ha dovuto a sua volta adottare.
Nonostante la sospensione dei voli da parte di tutti gli altri vettori, i rimpatri sono stati del resto assicurati dall'Alitalia, su richiesta della Farnesina e con il coordinamento dell'ambasciata d'Italia. Un decollo al giorno, adesso, autorizzato dalle autorità locali dall'aeroporto di Heathrow in direzione Fiumicino. "Non è stato affatto semplice, ma siamo riusciti a creare un ponte operativo per rimpatriare migliaia di concittadini - le parole di Raffaele Trombetta, ambasciatore italiano a Londra -. Le richieste di rientro continuano ad essere numerose, mentre cerchiamo di garantire assistenza pure a chi ha scelto di restare".