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La beatificazione di Giovanni Paolo II

Redazione ANSA

di Fausto Gasparroni

Da domenica 1 Maggio 2011 è il "beato Giovanni Paolo II", ma per la folla è già santo. Il "profumo della sua santità" che, secondo Benedetto XVI, aleggiava sei anni fa nel giorno dei funerali, ha riempito nuovamente l'aria di Roma nel giorno della beatificazione, che ha coinvolto oltre un milione di pellegrini - un milione e mezzo secondo la Questura - che hanno invaso la capitale per celebrare Wojtyla nel primo passo verso la canonizzazione: e il "santo subito" risuonato di nuovo in Piazza San Pietro non era più una richiesta o un'invocazione, ma ormai una certezza. Potrebbero bastare "pochi anni", ha detto il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone. Nel proclamare beato il suo predecessore, rievocandone nella solenne messa dinanzi a decine di capi di Stato e di governo l'appello di inizio pontificato, Ratzinger ha rilevato come egli abbia "aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante - forza che gli veniva da Dio - una tendenza che poteva sembrare irreversibile". "La carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all'ideologia del progresso - ha detto -, egli l'ha legittimamene rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza".

1,5 MILIONI DI PELLEGRINI - Fin dalla notte della vigilia del giorno della beatificazione l'ondata di fedeli da tutto il mondo - moltissimi i polacchi - ha messo alla prova il dispositivo logistico intorno a Piazza San Pietro. I varchi sono stati aperti con largo anticipo per ragioni di ordine pubblico, in attesa dell'apertura della piazza, all'alba. Tutta l'area fino a Castel Sant'Angelo è rimasta piena di fedeli durante la cerimonia, mentre altre decine di migliaia hanno ripiegato verso le zone di Roma dov'erano i maxischermi.

LA VEGLIA DEI 200 MILA, LA NOTTE BIANCA - Sabato sera l'attesa per la cerimonia della beatificazione si è concretizzata nella veglia al Circo Massimo, con 200 mila fedeli uniti nel ricordo di Wojtyla, con le testimonianze del segretario personale card. Stanislao Dziwisz, dell'ex portavoce Joaquin Navarro-Valls, della suora "miracolata" Marie Simon-Pierre.

LE RELIQUIE, LA COMMOZIONE DEI FEDELI - A portare al Papa e all'altare in Piazza San Pietro la reliquia del beato, un'ampolla del suo sangue, è stata proprio la suora francese la cui guarigione dal Parkinson ha fatto sancire la beatificazione, insieme a suor Tobiana, per 27 anni al servizio del Pontefice polacco. Giovanni Paolo II sarà festeggiato il 22 ottobre di ogni anno nella Chiesa di Roma e in quella di Polonia. Alla proclamazione da parte di Benedetto XVI, alla scopertura dell'arazzo col ritratto di Wojtyla sulla facciata di San Pietro grandi scene di giubilo e commozione tra i fedeli, sventolio di bandiere, applausi, lacrime, e ancora il grido "santo subito".

I FEDELI SFILANO DAVANTI AL FERETRO - La teca con le spoglie mortali del nuovo beato, traslata in basilica dalle Grotte vaticane, è stata meta di una lunga sfilata dei fedeli dopo la cerimonia, fino alle tre di notte: in 250 mila hanno reso omaggio solo nel primo giorno. Benedetto XVI si è inginocchiato in preghiera davanti al feretro, poi baciato, uno ad uno, dai cardinali concelebranti. Quindi, dopo le delegazioni ufficiali, l'interminabile "serpentone" dei pellegrini in venerazione, ripreso il 2 maggio dopo la messa di ringraziamento del cardinale Tarcisio Bertone. Il feretro del beato è stato quindi riposto nella sua nuova collocazione in basilica, la cappella di San Sebastiano, vicino alla Pietà di Michelangelo.

87 DELEGAZIONI UFFICIALI, SALUTO DI NAPOLITANO E BERLUSCONI COL PAPA - Alla cerimonia sono intervenute 87 delegazioni ufficiali, con 16 capi di Stato, cinque case regnanti, vari primi ministri. Per l'Italia il presidente Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Schifani e Fini, altri membri del governo come Gianni Letta e Angelino Alfano. Dopo la cerimonia, Napolitano e Berlusconi hanno avuto un breve colloquio con papa Ratzinger all'interno della Basilica, nei locali della sagrestia. Durante il Regina Caeli, il Papa ha anche ringraziato il presidente Napolitano. Ringraziamenti anche al sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

'MASSIME' MISURE SICUREZZA: Misure di sicurezza "massime" sono stata messe in atto in piazza San Pietro e in tutta Roma nel weekend della beatificazione di Wojtyla. Intensa anche l'attività informativa degli 007.

CARDINALE SPAGNOLO MUORE PRIMA DELLA CERIMONIA - Benedetto XVI ha concelebrato la beatificazione con i cardinali, ma uno non ce l'ha fatta: il cardinale spagnolo Agustin Garcia-Gasco Vicente, ex arcivescovo di Valencia, è morto d'infarto in ospedale poco prima della cerimonia. Aveva 80 anni.

LA MESSA DI BERTONE, KOMOROWSKI DAL PAPA - Gli eventi liturgici della beatificazione di Wojtyla si sono conclusi il giorno dopo la beatificazione con la messa in Piazza San Pietro del cardinale Tarcisio Bertone, la prima celebrata in onore del nuovo beato. Dinanzi a 60 mila fedeli, molti dei quali polacchi, il segretario di Stato ha concelebrato con 800 preti, 150 vescovi e 30 cardinali. "Era un autentico difensore della dignità di ogni essere umano e non mero combattente di ideologie politico-sociali", ha detto Bertone di Wojtyla, mentre il cardinale di Cracovia Dziwisz ha ringraziato l'Italia per come accolse il Papa venuto "da un Paese lontano". Al termine, il presidente polacco Bronislaw Komorowski è stato ricevuto in Vaticano da Benedetto XVI, a chiusura della tre giorni in onore del nuovo beato: un pontificato, il suo, hanno convenuto il Papa e il capo di Stato, che "ha segnato una grande svolta non solo in Polonia, ma nel mondo intero" e i cui insegnamenti "in favore della dignità della persona e dell'inviolabilità della vita umana" sono quanto mai attuali.


IL POPOLO DI KAROL, SIAMO QUI PER NOSTRO EROE
di Massimo Lapenda
Un Papa straordinario che ha cambiato il mondo e che merita la santità. Un pontefice ma anche un "soldato di Dio", "un uomo e un santo". In ogni caso per l' oceano di pellegrini che affolla piazza San Pietro in attesa di sfiorare ancora con gli occhi il feretro e l'ampolla col sangue di Wojtyla, questo Papa è stato ed è il "nostro eroe". E' il popolo di Karol: lingue ed età diverse, jeans o veli da suora, scarpe da ginnastica o sandali da frate, ma tutti accomunati dalla voglia "di esserci per lui". Senza sosta alcuna, dal loro arrivo a Roma, hanno sfidato la pioggia di sabato al Circo Massimo e il gran caldo di domenica in piazza San Pietro per rivolgere una preghiera al neo beato. Tra i tanti pellegrini c'é suor Maria, lei arriva dal Costa Rica e non esita a ricordare che "ero in questa piazza il giorno in cui il papa è morto e non potevo mancare oggi che è un giorno di grande festa perché è stato proclamato beato". Dopo una lunga attesa all'esterno i pellegrini raggiungono finalmente la basilica ed una volta varcato l'ingresso iniziano a scattare in rapida successione le prime foto per ricordare "un giorno straordinario per tutti coloro che hanno fede". In fila, poggiato sulle spalle del padre, c'é anche Gianluca, un bambino di cinque anni della provincia di Padova. Lui non ha conosciuto Giovanni Paolo II però i genitori, che erano dei Papaboys, gli hanno raccontato di quest'uomo straordinario. "Per noi - raccontano i genitori del bimbo - Giovanni Paolo II è sempre stato santo. Siamo qua per testimoniare la grandezza di un uomo che con la parola è riuscito ad avvicinare alla Chiesa tante persone. E' questo il vero miracolo di Wojtyla". Dentro la basilica c'é chi si inginocchia e chi si ferma ai lati dell'altare per pregare. Una processione senza fine che lambisce l'altare e il feretro del Papa Beato, che si snoda tra preghiere e rosari sgranati lentamente. Intorno all'altare anche tanti disabili, quasi a vegliare Giovanni Paolo II. Prima di lasciare la basilica c'é chi rivolge un ennesimo sguardo verso l'altare centrale e chi invece lancia un bacio in segno di saluto. Nel momento del congedo però molti non riescono a trattenere le lacrime ed ecco che c'é quasi la voglia di ritornare indietro per un ennesimo saluto. Ma il personale Vaticano invita tutti a non fermarsi e a raggiungere rapidamente l'uscita per consentire che la lunga catena umana che sta all'esterno possa defluire e tutti possano rendere omaggio a Giovanni Paolo II. Tra i numerosi pellegrini anche un gruppo di militari di Cracovia che, in divisa, sono entrati a San Pietro e hanno voluto omaggiare il Pontefice alla loro maniera, ovvero offrendo un saluto militare a quello che per loro "il soldato di Dio". In piazza San Pietro intanto dai megafoni viene diffusa la voce di Wojtyla ad accompagnare le migliaia di fedeli che ancora vogliono entrare "perché oggi è il giorno di Wojtyla ma anche il nostro, il giorno di chi gli ha voluto bene", spiega Angela, scout di Firenze. E Salvatore, di Palermo, ha un modo tutto suo per ringraziare "questo Papa che era uomo e Santo": una volta uscito dalla basilica fa nuovamente il giro della piazza e si rimette in fila.

POLITICA E CAPI STATO SALUTANO'GRANDE PAPA'
di Marina Perna e Giovanni Innamorati

C'erano i Reali del Belgio, le teste coronate di Spagna, Inghilterra, Liechtenstein e Lussemburgo, tanti capi di Stato e primi ministri, seduti uno accanto all'altro - con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il premier Silvio Berlusconi nel centro della fila - per rendere omaggio al 'grande Papa', Giovanni Paolo II Beato. Ma anche molti politici italiani, da Walter Veltroni a Pier Ferdinando Casini, fino a Rosy Bindi e ad una delegazione della Lega guidata da Massimo Polledri e Marco Maggioni. Il primo banco - alla sinistra dell'altare, riservato ai 'big' - già un'ora prima della cerimonia ha iniziato a riempirsi. Con i reali del Belgio e quelli di Spagna tra i primi ad arrivare. Ma anche con la politica italiana, rappresentata ai massimi livelli. A 'debuttare' tra le file del governo è stato Berlusconi che, accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta, 'gentiluomo del santo Padre', si è improvvisato ospite, intrattenendosi - in attesa dell'inizio della messa - con il principe delle Asturie, Felipe, accompagnato dalla bella moglie Letizia (in nero, con tanto di pizzo in testa). Per poi andare incontro a Napolitano - arrivato 'scortato' dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini (con le rispettive metà). Un incontro che ha destato subito l'attenzione dei cronisti che dalla terrazza del braccio di Carlo Magno tentavano di cogliere, armati di binocolo, tutti i dettagli possibili : una stretta di mano (anche con Fini) e un breve colloquio con il capo dello Stato. Scena ripetuta al termine della cerimonia quando il premier e Napolitano - diretti nella Basilica per omaggiare la salma del Papa polacco - hanno avuto un nuovo scambio di battute a 'tre', anche con Letta. Berlusconi - che ha seguito la messa spesso a braccia conserte, a volte leggendo il libricino liturgico (soprattutto durante i canti del 'Gloria') - ha poi applaudito quando Ratzinger, salutando in italiano, ha ringraziato l'Italia citando Napolitano (l'unico ad essere menzionato direttamente).

Poi, entrando nella Basilica, il premier è passato davanti ad una transenna che tratteneva un gruppo di fedeli, salutandoli. Tra i capi di Stato c'era anche il contrastato presidente dello Zimbabwe: Mugabe, con la moglie, era in prima fila, quella dei capi di stato, ma agli ultimi due posti. Lui, cattolico, era anche al funerale di Wojtyla nonostante le sanzioni Ue che gli impediscono di viaggiare in Europa (anche stavolta, come nel 2005, si è avvalso della deroga prevista per 'obblighi religiosi'). Ai primi posti della fila dei 'potenti' c'era invece Paola di Liegi - in abito crema e pizzo in tinta a coprire il capo - con il marito Alberto II: Devotissimi sono stati tra i pochi a fare la comunione ed hanno destato tenerezza condividendo il libretto liturgico che lei ha tradotto al marito nei passaggi in italiano. Vicino a loro i reali del Liechtenstein (il principe Hans-Adam II e la principessa Marie), del Lussemburgo (il granduca Henri e la granduchessa Maria Teresa), gli spagnoli Felipe e Letizia ed i Windsor, duchi di Gloucester. Immancabile il presidente della Polonia - terra natale di Wojtyla - Bronislaw Komorowski, ieri anche alla veglia del Circo Massimo. E, tra gli altri, i presidenti di Albania, Camerun, Bosnia-Erzegovina, Repubblica del Congo, Estonia, Honduras, Macedonia, Messico, Montenegro, San Marino e Togo. Nelle file dietro alcuni vicepresidenti, premier - come Francois Fillon, in rappresentanza di Parigi - o ministri, come quello tedesco degli interni Hans-Peter Friedrich e l'israeliano Yossi Peled. Tra loro anche il leader di Solidarnosc, Lech Walesa, seduto dietro Schifani e Fini.

Tanti anche gli uomini della politica italiana (da Casini a Rutelli e Veltroni) e i membri del governo: Alfano, Gelmini, Fitto e Bonaiuti, solo per citarne alcuni. Low profile invece per gli Usa: ai funerali di Wojtyla c'erano 3 presidenti (George W.Bush all'epoca in carica, suo padre George senjor e Bill Clinton), oggi solo l'ambasciatore presso la Santa Sede. Rappresentata dall'ambasciatore anche la Russia mentre l'Ue ha schierato le alte cariche istituzionali: i presidenti di Commissione (José Manuel Barroso), Europarlamento (Jerzy Buzek) e Consiglio (Herman Van Rompuy).

 

 

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