Fino alla nomina della settimana scorsa, il nome di Htin Kyaw era sconosciuto alla maggior parte dei birmani; persino la stampa sapeva poco su di lui, noto più che altro per essere l'uomo al fianco di Aung San Suu Kyi in svariate fotografie. Un gentiluomo con la passione per la letteratura, il nuovo presidente ha sempre operato dietro le quinte, abbandonando una carriera nel ministero degli Esteri per far parte dell'opposizione democratica all'ex giunta militare.
Un fedele amico della "Signora" fin dall'infanzia, suo compagno di scuola già alle elementari, Htin Kyaw è un economista formatosi prima all'ateneo di Rangoon, per poi proseguire con studi informatici alla University of London. Dal 1980 al 1992 ha lavorato nel dipartimento economico del ministero degli Esteri. Ma la vicinanza della sua famiglia alla "Lega nazionale per la democrazia" (Nld) di Suu Kyi lo ha presto allontanato dal governo militare. Figlio di un rinomato poeta che era amico del padre di Suu Kyi e vinse un seggio alle elezioni del 1990 mai onorate dai militari, Htin Kyaw è anche il genero di uno dei fondatori del partito; sua moglie è in Parlamento ora.
Il ricongiungimento con Suu Kyi, tornata in patria nel 1988 dopo decenni all'estero, è avvenuto proprio in quei primi anni di repressione del movimento democratico. Htin Kyaw diventò uno dei consiglieri della sua amica d'infanzia, in particolare nella gestione dei rapporti con le cancellerie straniere. In alcune occasioni le fece anche d'autista, ed era sempre al suo fianco nei brevi periodi di libertà durante i 15 anni complessivi agli arresti domiciliari. Nel 2000, fu arrestato e trascorse oltre quattro mesi nel famigerato carcere di Insein. Prima di essere eletto, dirigeva una fondazione di beneficenza intitolata alla madre di Suu Kyi.
Il nuovo capo di stato viene descritto come un uomo mite e senza nemici, rispettato anche dagli alti ranghi dell'esercito; una capacità che tornerà utile per la necessaria convivenza con i militari. E la sua comprovata fedeltà alla "Signora" assicura che i ruoli tra i due sono chiari: anche se ufficialmente sarà lui alla guida del Paese, non ci sono dubbi che la vera autorità rimarrà lei.