''Mi chiamo Carolina, ma la mia storia potrebbe essere quella di Mario, Giovanni, Paola.... In ditta avevamo sempre prodotto allarmi, con lo stipendio a fine mese, le ferie pagate, la serenità di sostenere la famiglia. Finché da un giorno all'altro non abbiamo più dormito la notte, non avevamo più diritto a niente. La maggior parte di noi aveva 50 anni. Ci sentivamo ammalati, deboli, dolenti. Era un po' come morire''. È nel sorriso di oggi di Carolina Beretta e nella storia di rinascita della Patrolline Group di Albavilla (CO), che si potrebbero riassumere i 100 anni di storia e impegno, di sforzi di uomini e donne di Confccooperative, che oggi a Roma, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Premier Giuseppe Conte e del Presidente della Confederazione, Maurizio Gardini, ha festeggiato il suo primo secolo di attività, da quel 14 maggio 1919 in cui fu siglato lo storico Statuto. Ma anche i primi 70 e più da quando i Padri Costituenti firmarono l'articolo 45 della Costituzione che riconosce la funzione sociale della cooperazione. Oggi Confcooperative conta 18.500 imprese, 525 mila occupati, 66 miliardi di fatturato e oltre 3,2 milioni di soci, ma davvero la storia di Carolina Beretta, responsabile amministrativa, potrebbe essere quella di ogni cooperatore o cooperatrice seduta in platea, tra i 1.200 delegati arrivati da ogni parte d'Italia e ogni settore lavorativo. Quattro anni fa, racconta lei, ''ci siamo rimboccati le maniche. Ci siamo assunti tutto l'onere e bussato a centinaia di porte. Abbiamo resistito. Il cartellino è sparito, ci siamo abbassati lo stipendio, qualche cliente non ci ha abbandonato. E, soprattutto - sottolinea con emozione - ci siamo imbattuti nell'Italia migliore. Oggi siamo una cooperativa produttiva e virtuosa, capace di pensare al futuro e sostenere 17 famiglie''. Dalla Sicilia arriva invece Giuseppe Correnti a raccontare il piccolo ''miracolo'' di Verbumcaudo, tra Palermo e Caltanissetta, cooperativa ''nata sui beni confiscati alla mafia da Giovanni Falcone e fondata da 11 giovani a prevalenza madoniti''. Un tempo feudo del boss Michele Greco, oggi è la rivincita felice di tutto un territorio con ''150 ettari coltivati a biologico''. E si offre da esempio. Ma non solo racconti. Dopo di loro ecco in scena la Cooperativa AF&Co di Modena, che tra palco e platea letteralmente immerge il pubblico nei momenti salienti di quell'Assemblea costituente presieduta da Umberto Terracini. Cogliendo, qualche minuto più tardi, anche i complimenti personali del premier Conte. E poi ancora la consegna alle nove cooperative più antiche, a partire da vere pioniere, come il Caseificio degli Altipiani del Vezzena fondato in Trentino già nel 1864 o la Cooperativa Ceramica D'Imola del 1877.
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