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Salvini: 'Contro la droga non sono garantista'. Scontro tra piazze con le Sardine

Ieri la doppia manifestazione a Bibbiano. Leader Lega torna sulla questione della citofonata al Pilastro

"Contro la droga non sono garantista, è morte. Se questo ragazzo non sarà ritenuto uno spacciatore avrà le mie scuse. Poi in quel palazzo si spaccia. Punto. E non vado a fare io gli arresti. Ma contento che l'Italia sappia che là si spaccia". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, in collegamento con Agorà, su Rai 3, tornando sulle polemiche dopo che ha suonato il citofono in un popolare quartiere bolognese chiedendo: 'Suo figlio è uno spacciatore?'.

Ieri piazze contro a Bibbiano tra Matteo Salvini e le Sardine. In un clima di totale contrapposizione ma senza nessun incidente, la cittadina reggiana simbolo dell'inchiesta 'Angeli e Demoni', per un giorno s'è divisa a metà, invasa dai media di tutta Italia: a Piazza della Repubblica, la Lega presenta sul palco alcuni familiari coinvolti dalla vicenda dei presunti affidi illeciti. A un centinaio di metri, a Piazza Libero Grassi, Mattia Santori di contro rilancia il suo messaggio anti-odio e anti-populista, sulle note di Bella Ciao. A conti fatti, dalle prime stime non ufficiali, la sfida numerica sembra essere stata vinta dalle sardine, con oltre 3000 persone, contro il migliaio raccolto dall'ex Ministro dell'Interno. Santori addirittura dice che hanno vinto "7 a 0. Noi in piazza sette volte più della Lega", attacca il portavoce bolognese. E poi, aggiunge, la piazza leghista "è costruita, qui ci sono persone vere. Lì c'è chi fa politica un giorno ogni cinque anni, qui sono sicuro che c'è gente che fa politica nella vita quotidiana. E evidente che non basta comprare quella parte del paese che viene in piazza solo perché ci sono le elezioni".

Le sardine, rivendicano due attivisti reggiani aprendo la manifestazione a Bibbiano, sono "un mare colorato e hanno inceppato la macchina dell'odio. Noi abbiamo scelto come farlo ma questa piazza si è fatta da sola, ed é bastato uscire di casa e andare nel mondo reale". A due giorni dal voto regionale altissimo anche lo scontro con il Pd. Contro l'ex ministro dell'Interno, durissimo il commento del segretario dem, Nicola Zingaretti: "Salvini - commenta da Ferrara - assomiglia sempre di più a un untore, come nel Cinquecento, che gira per botteghe e negozi spargendo paura, odio e disperazione". Anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli, attacca la scelta dell'ex ministro di citofonare a un presunto spacciatore: "Stigmatizzo - dice - sia quelli che fanno giustizia porta a porta sia quelli che accusano la Polizia in maniera indiscriminata".

Un palco inedito quello allestito dalla Lega: nessun simbolo di partito, ma solo una grande scritta che sarà il leit motiv di tutta la manifestazione "Giù le mani dai bambini!". Salvini avverte in apertura che non si tratta di un comizio tradizionale della Lega: "Questa non è una serata di partito, ma una serata che dovrebbe riunire tutte le persone perbene perchè quando si tratta di difendere i bambini dovremmo essere tutti uniti", dice annunciando la presenza sul palco "della mamma del piccolo Tommy, il bambino di 18 mesi rapito e ucciso da tre bestie e una di quelle bestie è già in permesso premio". Quindi spiega che "i protagonisti saranno solo mamme, papà e bambini.

Purtroppo - aggiunge - ci sono alcune centinaia di mamme e papà e vittime di ingiustizie, ma abbiamo chiesto a 5 testimoni di parlare anche a nome di chi non c'è più". Poi però non riesce a evitare di lanciare una punzecchiatura alle sardine della piazza accanto: "Dispiace che a qualche metro di distanza da qui ci sia qualcuno pronto a fare polemica: il bene dei bambini - ribadisce - dovrebbe unire tutti". Quindi, uno dopo l'altro, mamme e papà coinvolti nell'inchiesta si sono succeduti nel raccontare la loro vicenda. Una mamma riferisce che una sua figlia "è diventata adottabile" e in seguito a questo trauma il padre, partigiano della zona, è morto. Un papà ha quindi esortato tutti, nel caso in cui ci i accorgesse di un problema nei vicini "di invitarli a prendere un caffè ma non parlare con i servizi sociali".

 

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