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Pd: Zingaretti, l'addio di Renzi un po' me l'aspettavo. Al via i gruppi

Segretario Dem, ora portiamo nel futuro il partito, serve radicale riforma. Faraone: 'Oggi partiamo con i gruppi'. Marcucci, andranno via 12 senatori

"Si parte, oggi formeremo i gruppi parlamentari di Italia Viva. Saremo leali al governo che per primi abbiamo pensato e che più di tutti abbiamo voluto. Pensiamo a un governo che non galleggi ma faccia e faccia bene. Organizzata la nostra presenza in parlamento, cominceremo immediatamente a strutturarci nei territori, nei luoghi di lavori, nelle scuole". Così il senatore Davide Faraone, che invita gli under 30 a iscriversi alla Scuola di cultura politica "Futura", annunciando che nell'incontro della Scuola, dal 4 al 6 ottobre a Terrasini (Palermo), sarà presente Matteo Renzi.

Intanto continuano le adesioni ai nuovi gruppi. Tra queste, è pronto a scendere in campo con Renzi il senatore sardo Giuseppe Luigi Cucca, mentre si apprende che il senatore Tommaso Cerno, ieri dato tra gli 11 "scissionisti" rimarrà invece nel Pd. Tra i Dem, danno per certo che l'azzurra Donatella Conzatti lascerà FI per Italia viva, ma sono attesi anche altri forzisti. Sicuro invece l'ingresso di Giacomo Portas della componente de "I Moderati": "Siamo pronti a dare il nostro contributo dal Piemonte e da tutte le regioni con tutte le liste civiche che aderiscono al nostro progetto. Serve riportare l'Italia al ruolo che gli compete in Europa e nel mondo".

 All'indomani dell'addio di Renzi al Pd, il segretario dem Zingaretti ammette con il Corriere che un po' se l'aspettava, 'per l'atteggiamento di vicinanza ma non partecipazione alla vita del partito che non ho mai compreso fino in fondo'. Si augura che la scissione non destabilizzi il governo, per quanto il rischio c'è, e guarda ad una riforma del partito: con il governo, la svolta che riaccenda l'economia e promuova la rivoluzione verde. E poi 'non commettere l'errore di chiudersi nella dimensione del governo', ma tornare a immergersi nella società e a organizzarsi in forme nuove.


Nicola Zingaretti l'addio di Renzi al Pd un po' se l'aspettava, "per l'atteggiamento di vicinanza ma non partecipazione alla vita del partito che non ho mai compreso fino in fondo", ma adesso la priorità e garantire stabilità al governo e portare avanti "una riforma radicale" nel partito. Lo dice il segretario Dem in un'intervista in apertura di prima pagina al Corriere della Sera. Zingaretti si dice dispiaciuto per la scissione dell'ex premier e ribadisce che a suo parere dividere il Pd è un errore. Ma ora si deve "portare nel futuro il Pd". Con il governo bisogna attuare misure come "riaccendere l' economia italiana, promuovere davvero la rivoluzione verde nel Paese, tornare a creare lavoro, lottare contro le diseguaglianze" per "intercettare davvero il grande consenso delle destre". Zingaretti si augura che la scissione di Renzi non destabilizzi l'esecutivo ("faremo di tutto perché non sia così"), ma "certo, è un rischio, perché con una nuova sigla politica cambia il quadro di governo e io mi appello al senso di responsabilità di tutti". Il partito, però, deve aprirsi "alle energie e alle idee nuove della società italiana", perché "una eccessiva cristallizzazione, una degenerazione correntizia contro la quale combatto da sempre, rischiano di isolarci dal Paese". Un nuovo corso che Zingaretti attuerà ad esempio moltiplicando e differenziando "i luoghi di aggregazione del partito". Tappe di cambiamento che passano per un grande appuntamento nazionale a novembre, mentre dal 3 al 6 ottobre "saremo nelle piazze e nelle strade" per incontrare le persone e presentargli "le nostre proposte". Rispetto invece a una possibile alleanza con il M5s alle Regionali, va maturato "un processo politico di confronto, di dialogo e di avvicinamento" commenta. Un dialogo concreto che nel governo permette di lavorare "per alzare gli stipendi degli italiani attraverso il taglio delle tasse, per varare un importante piano casa per le fasce sociali più deboli e aprire una nuova stagione di investimenti per le imprese".

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