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Primo sì su class action, ma non sarà retroattiva

Ok Camera. Successo M5s.Lega segue alleato. FI incassa risultato

Tre anni dopo, il M5S torna a insistere sulla class action, sperando che il testo non si areni di nuovo al Senato. La Camera approva la proposta di legge che introduce una nuova normativa sulla possibilità di azioni legali collettive contro aziende e multinazionali. A favore del provvedimento, 365 sì, nessun voto contrario e 103 astensioni. Tutte di Forza Italia, che con un emendamento strappa un punto che accontenta il mondo delle imprese: il 'no' alla retroattività.

Il testo, così come arriverà al Senato, non consente infatti ricorsi su contenziosi del passato. La proposta (presentata e bocciata sistematicamente anche in precedenti legislature) è stavolta figlia del Movimento di Grillo e in particolare di Alfonso Bonafede, nel frattempo diventato ministro della Giustizia (suo il testo di allora, base di partenza per la nuova discussione a Montecitorio) e che non a caso è comparso in Aula dove ha ringraziato per il dibattito "costruttivo".

L'ok alla Camera conferma inoltre la tenuta dell'alleanza con la Lega che ha votato a favore nonostante le frecciate di Forza Italia per quel "silenzio imbarazzante" del Carroccio in Aula. "In fondo siamo alleati, il 4 marzo abbiamo vinto insieme e abbiamo la stessa base", ha ricordato Giusi Bartolozzi di FI. Allora come giustificarsi con gli imprenditori-elettori votando un provvedimento che avrebbe rischiato di colpirli con una valanga di azioni legali, pregresse e costose? Tra le novità, il provvedimento approvato prevede lo spostamento della disciplina dell'azione di classe dal codice del consumo a quello di procedura civile, l'ampliamento delle situazioni giuridiche tutelate, il passaggio di competenza dal Tribunale alla sezione specializzata in imprese dei Tribunali, la possibilità di aderire alla class action sia prima che dopo la sentenza che accoglie l'azione. Il partito di Berlusconi presenta una cinquantina di emendamenti contro un provvedimento "disarmonico" e soprattutto "punitivo" verso le imprese.

"Così l'Italia sta diventando inappetibile per le imprese, grazie a una legge che è come uno zampirone", sentenzia il forzista Giorgio Silli. Da qui la scelta dell'astensione, nonostante la maggioranza alla fine abbia ritirato la retroattività. La Lega invece vota 'sì' in nome di "equità ed equilibrio" garantito dal testo, sottolinea Ingrid Bisa. A favore pure il Pd, che non ha mandato giù le accuse di una "battaglia solitaria" rivendicata da Forza Italia, ribattendo così: "Crediamo che questo testo sia un miglioramento sostanziale nella tutela a favore dei consumatori". Nel primo pomeriggio a scaldare l'aula, il colpo di scena di Andrea Colletti dei 5S che presenta alcuni emendamenti (uno riguardante il cosiddetto 'danno punitivo') ma non li vota. Subito, urla e polemiche di deputati che gli hanno chiesto se fosse 'etero-diretto'. Caos che si conclude con il ritiro delle proposte di modifica.

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