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Incidenti a Torino il 3 giugno, Appendino sarebbe indagata. Spataro: "Non per nostra iniziativa"

"Non abbiamo ricevuto nulla dalla Procura, nessuna comunicazione", dichiara un portavoce della prima cittadina

Ci sarebbe anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, tra gli indagati per gli incidenti dello scorso 3 giugno in piazza San Carlo. Lo scrivono i siti online dei quotidiani Corriere della Sera, La Stampa e La Repubblica. "Non abbiamo ricevuto nulla, nessuna comunicazione dalla Procura", afferma un portavoce della prima cittadina. L'iscrizione nel registro degli indagati della Appendino sarebbe conseguenza delle denunce pervenute in questi giorni da alcune delle 1.526 persone rimaste ferite nella calca dei tifosi della Juventus che stavano assistendo alla finale di Champions League dal maxi schermo allestito nel 'salotto buono' del capoluogo piemontese.

Alcune contengono la richiesta di avviare indagini proprio per accertare le eventuali responsabilità del sindaco, del questore e del prefetto. Una delle ultime querele pervenute è di un trentacinquenne che ha riportato la frattura di un femore. L'uomo, in piazza insieme ai familiari, ha raccontato di avere sentito un "boato" di cui non ha saputo indicare l'origine e di essere stato travolto e calpestato dalla folla in preda al panico.

Dopo avere ricevuto le prime cure mediche sul posto è stato portato dai parenti in ospedale. Ha anche precisato che l'unica via di uscita dalla piazza che aveva individuato era irraggiungibile: la gente in corsa proveniva da quella direzione. Ad avere la peggio è stata Erika Pioletti, la 38enne di Domodossola (Verbania) morta dopo dodici giorni di agonia in ospedale per le conseguenze di un infarto da schiacciamento.

La procura indaga per omicidio colposo con riferimento anche alle "omissioni" di chi avrebbe dovuto prendere le precauzioni necessarie per evitare l'evento. Nel registro degli indagati figurano i nomi dei vertici di Turismo Torino, la partecipata del Comune di Torino incaricata di organizzare la serata, Maurizio Montagnese e il dirigente Danilo Bessone. Montagnese, assistito dall'avvocato Fulvio Gianaria, è stato ascoltato in Questura dagli investigatori della Digos che indagano sulla vicenda. Nei prossimi giorni verrà ascoltato anche Bessone. "Nonostante tutto quello che si dice - commenta il legale di quest'ultimo, l'avvocato Anna Ronfani - noi siamo convinti che a Torino esista la serenità. Che si accerterà la verità e che si avrà giustizia. Una giustizia che nel nostro tribunale non verrà mai meno".

In una nota, il procuratore di Torino, Armando Spataro, ha precisato che "la Procura non ha disposto di propria iniziativa alcuna iscrizione nel registro degli indagati di persone aventi responsabilità istituzionali. Nella ipotesi in cui pervengano all'Ufficio querele-denunce da parte di privati, l'iscrizione dei querelati nel predetto registro costituisce atto dovuto, sia nel loro interesse che dei querelanti, anche perché determina l'inizio del decorso dei termini delle indagini preliminari".  
   

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