L'apertura di Matteo Renzi sull'Italicum ('è nelle mani del Parlamento') ha riaperto il confronto sulla legge elettorale. La minoranza Dem chiede che il Pd prenda l'iniziativa per cambiare la legge prima del referendum, evitando così che il No si rafforzi. L'opposizione di sinistra attacca, ricordando che il premier ha imposto la fiducia sull'Italicum, mentre ora rimette la palla in mano alle Camere. Mentre da destra Gasparri afferma che 'renzi cambierà dopo la sconfitta al referendum'.
Fornaro,Pd prenda iniziativa per nuova l.elettorale - "Per chi, come la minoranza PD, non ha votato l'Italicum, il diffondersi del "pentitismo" a scoppio ritardato potrebbe suscitare anche un legittimo moto di soddisfazione. La legge elettorale però è una cosa troppo seria per essere trattata con superficialità e con atteggiamenti iper tattici che rischiano solo di portare acqua al mulino della propaganda M5S, che ieri gridava all'attentato alla Costituzione e oggi furbescamente dileggia chi vorrebbe apportare modiche correttive. Se si vuole realmente cambiare l'Italicum, il segretario e i due capigruppo PD di Camera e Senato aprano subito un tavolo di confronto nel merito delle questioni che in tempi non sospetti molti di noi avevano posto e che non riguardavano solamente il premio di maggioranza alla lista, ma anche il numero troppo elevato di capolista bloccati". Lo scrive in una nota il senatore della minoranza PD, Federico Fornaro. "Renzi che pose inopinatamente la fiducia sull'Italicum, non può oggi limitarsi a una semplice disponibilità a prendere atto di un'eventuale decisione del Parlamento. Il PD deve, invece, prendere subito e con determinazione un'iniziativa forte e chiara per verificare le condizioni per modifiche radicali dell'Italicum o meglio per una nuova legge elettorale che riavvicini l'eletto all'elettore e favorisca la governabilità senza però deformare la rappresentanza"
Brunetta, se verrà modificato Renzi si dimetta - "Come può un presidente del Consiglio mettere la fiducia su un provvedimento, in questo caso l'Italicum, difendere quella legge per mesi e mesi definendola ossessivamente la 'migliore del mondo', e poi da un giorno all'altro sostenere che 'il Parlamento la può cambiare' quando vuole? Semmai le Camere decidessero di modificare la legge elettorale lo farebbero contro il governo Renzi, contro la legge fortissimamente voluta da questo esecutivo, e quella fiducia usata come violenza nei confronti del dibattito parlamentare verrebbe meno un secondo dopo. Il premier dovrebbe trarne le conseguenze e dimettersi subito". Lo sostiene Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera. "Qui non parliamo solo di normali regole e prassi istituzionali - prosegue Brunetta -, a questo punto, leggendo le contorte affermazioni del premier ci interroghiamo seriamente in merito al suo equilibrio mentale. Non è possibile guidare un Paese importante come l'Italia e avere un comportamento di questo tipo, del tutto opportunistico e orientato al solo obiettivo del mantenimento del potere conquistato con una congiura di Palazzo. Basta. Tutto ciò non è più tollerabile", conclude Brunetta.
Scotto, prima la fiducia,ora governo vuole cambiare - "Italicum, questo sconosciuto. Un caso singolare di invecchiamento precoce. Adesso nel Governo fanno a gara a chi vuole cambiarlo con il concorso del Parlamento. Peccato che un anno e mezzo fa disprezzarono l'autonomia delle Camere imponendo la questione di fiducia sulla legge elettorale. Un precedente gravissimo". Lo afferma il capogruppo di Sinistra Italiana a Montecitorio Arturo Scotto. "All'epoca lanciammo i crisantemi verso i banchi del governo perché a nostro avviso si celebrava il funerale della democrazia parlamentare. In autunno dovremo usare bene la matita per respingere questo disegno regressivo votando No al Referendum", conclude Scotto
Boschi,dà governo stabile scelto da cittadini - "Quante volte ci siamo trovati in difficoltà, a iniziare dal 2013, perché non c'era la stessa maggioranza alla Camera e al Senato?". Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi alla festa Pd a Imola, parlando del superamento del bicameralismo perfetto. "Anche la legge elettorale, che non votiamo con questo referendum ma anche grazie al sì alle riforme sarà sottoposta al giudizio della Consulta, ci aiuta ad avere un governo più stabile, con i cittadini che scelgono la maggioranza", ha aggiunto.