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Referendum, Renzi difende la Boschi: "Nessuna gaffe sui partigiani"

Il ministro aveva detto che i veri partigiani sarebbero andati a ottobre a votare Sì. Replica di Bersani: "Come si permette a giudicare i partigiani?"

Matteo Renzi difende Maria Elena Boschi nella nuova polemica scoppiata sui partigiani "veri" a favore della riforma costituzionale. "Non vedo gaffe, quella dell'Anpi è una posizione legittima, ci sono i veri partigiani che voteranno sì e quelli che voteranno no, e noi abbiamo rispetto per tutti i partigiani", taglia corto il premier che, a due settimane dalle amministrative, considera cruciale la battaglia referendaria ma ha deciso, la prossima settimana, di sostenere in giro per l'Italia molti, non tutti, i candidati Pd pur non considerandola un test per il governo. Più che nel merito, la riforma costituzionale sembra per ora dividere su sostenitori e padri nobili. Dopo Casapound, il ministro Boschi si attira la levata di scudi di minoranza dem e opposizioni per le affermazioni sulle scelte dell'Anpi. E Celeste Ingrao diffida il Pd dall'usare la foto del padre sui manifesti a sostegno del sì al referendum. "Non so chi siano gli ultras renziani - attacca su Facebook la figlia dello storico esponente Pci - che hanno avuto questa brillante idea. Mi viene però da dirgli che se, come si usa dire ora, bisogna metterci la faccia ci mettessero la loro e quella dei loro ispiratori".

Chi ha tutta l'intenzione di metterci la faccia è Matteo Renzi, che non ha intenzione di arretrare. "Non bisogna aver paura di andare controcorrente, quelli che lisciano il pelo alla gente devono fare un altro mestiere", è la linea del premier che conferma anche oggi la tabella di marcia: elezioni nel 2018 in caso di vittoria, addio alla politica in caso di sconfitta. E dopo il primo week end di raccolta firme, sul sito dem 'Basta un sì' viene pubblicato il manifesto a favore della riforma, firmato da 184 accademici, come l'ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, Tiziano Treu, Franco Bassanini, Angelo Panebianco, Michele Salvati. Non firma ma si schiera senza tentennamenti a favore del sì Giorgio Napolitano.

"Ci vuole libertà per tutti - sostiene l'ex Capo dello Stato - ma nessuno però può dire: io difendo la Costituzione votando no e gli altri non lo fanno. Mi reca un'offesa profonda". Pur tenendo netta la distinzione tra referendum per il quale "si vota sul futuro dell'Italia" e comunali nelle quali "si vota sui sindaci", il segretario Pd sta mettendo a punto l'agenda della prossima settimana. Con tappe a Torino, Milano, Bologna e Roma per dare una spinta ai candidati dem (in forse la tappa a Napoli dove la candidata Pd Valeria Valente sembra ultima stando ai sondaggi più recenti). La convinzione al Nazareno è che tutto si giocherà ai ballottaggi, primo obiettivo del Pd in una competizione tutt'altro che semplice. Renzi sarà in campo anche per il secondo turno e non perde l'ottimismo. Dopo aver apprezzato Roberto Giachetti, elogia Giuseppe Sala. "Ha tutte le condizioni per poter fare il sindaco a Milano, se la gioca con Parisi, è una bella sfida. Io gli sono grato perché è tra quelli che ha salvato l'Expo".

 

Fassina: Boschi chieda scusa ai partigiani VIDEO

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