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Bonus bebè, Palazzo Chigi: raddoppio è una delle proposte

"Prioritario è uno sguardo complessivo sugli strumenti di welfare e non una o un'altra ipotesi"

Fonti di palazzo Chigi sottolineano come l'ipotesi del raddoppio del bonus bebè sia, allo stato, sola una delle proposte in campo. Prioritario, sostengono le stesse fonti, è uno sguardo complessivo sugli strumenti di welfare e non una o un'altra ipotesi che, al momento, restano tali. In un'intervista a Repubblica il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha parlato di rischio di crac demografico e indicato i bonus bebè come un modo, ma non l'unico, per affrontare quella che definisce "la vera emergenza italiana".

Costa, rafforzare bonus bebè misura chiave per crescita - "Potenziare e rafforzare il bonus bebè rappresenta la direzione giusta e una misura-chiave per riavviare il motore delle nascite in Italia". Così il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla Famiglia, Enrico Costa. "Non possiamo permettere - dice Costa - che il nostro diventi un Paese di coppie senza figli o di figli unici. Le coppie chiedono chiarezza sulle risorse su cui possono contare. Uno Stato amico delle famiglie garantisce delle certezze, con cifre e scadenze precise". "La coperta è corta - osserva ancora il ministro - ma la famiglia è la priorità e le risorse vanno trovate. Ecco perché oggi, nel giorno in cui nel mondo si celebra la Giornata internazionale delle famiglie, voglio lanciare il grande "Patto con le famiglie": perché ogni euro che mettiamo o lasciamo in tasca alle famiglie, nell'ambito di un quadro di misure chiare e organiche, ritorna allo Stato in termini di nuove nascite, spinta propulsiva, consumi, crescita e sviluppo del Paese".

Barbagallo, bene bonus bebè, ma stop politica annunci  - Bene l'ipotesi di un raddoppio del bonus bebè ma esiste un nodo welfare nel suo complesso e stop alla politica degli annunci. E' quanto scrive in una nota il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. "Da oltre un anno, stiamo denunciando i rischi sistemici che possono derivare dalla crisi demografica, corollario, nel nostro Paese, di quella economica. Peraltro, mentre si fanno sempre meno figli ( 1,34 a coppia è una media che, sul lungo periodo, ci destina all'estinzione ), per la prima volta dal dopoguerra a oggi è diminuita anche l'aspettativa di vita. Tutto deriva da una continua destrutturazione del nostro welfare. Il possibile incremento del bonus bebè, dunque, è una buona notizia. Il punto, però, è sempre lo stesso: con gli annunci non si cambia il Paese". "Vediamo -continua- se e come questa proposta sarà attuata, e allora applaudiremo. Resta il fatto che la politica del "bonus" rientra nella logica dei provvedimenti tampone e della provvisorietà: vanno anche bene, ma per uscire dall'emergenza in modo definitivo servono scelte strutturali. Basti pensare, ad esempio, ai pochi asili nido esistenti e all'esorbitante costo di quelli privati". Inoltre, conclude la nota,"Se non diamo stabilità al lavoro dei giovani, che continuano a non trovare occupazione nonostante la propaganda sul jobs act, e non diamo loro certezze nel futuro con realistiche prospettive di sviluppo, si continueranno a non fare figli, nonostante il bonus bebè".

Lorenzin, rischio crac demografico, bene bonus bebè - "Se andiamo avanti con questo trend, senza riuscire a invertirlo, tra dieci anni cioè nel 2026 nel nostro Paese nasceranno meno di 350 mila bambini all'anno, il 40% in meno del 2010. Un'apocalisse". Lo afferma in un' intervista a Repubblica il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che indica i bonus bebè come un modo, ma non l'unico, per affrontare quella che definisce "la vera emergenza italiana". "In 5 anni abbiamo perso oltre 66 mila nascite, cioè per intendersi una città più grande di Siena. Se leghiamo tutto questo all'aumento degli anziani e delle malattie croniche, abbiamo il quadro di un paese moribondo", aggiunge. Se in Italia non nascono più bambini "non può non esserci una correlazione con la crisi economica, per questo il bonus può avere un significato importante per i circa due terzi dei genitori che stanno sotto la soglia di 25mila euro di Isee. Serve una politica di sostegno delle nascite che si basi su aiuti diretti. Poi ci vogliono altri interventi. Ad esempio il sostegno alla maternità, che deve recuperare un prestigio sociale e non deve rappresentare un ostacolo per il lavoro. È importante anche il tema dei servizi, come gli asili nido, che devono essere abbastanza per permettere ai genitori di continuare a lavorare quando hanno bambini piccoli o di non svenarsi per pagare le baby sitter. Poi c'è la questione più sanitaria della fertilità. Bisogna che si prevengano i problemi che impediscono di fare i figli. E le coppie devono capire che decidere di averli troppo tardi, oltre i 35 anni, può diventare un problema". I soldi vanno trovati, sottolinea, "perché ne va del nostro futuro. Sono sicura che il premier Matteo Renzi, che ha 40 anni e due figli e come me è sensibile alla questione demografica accetterà le mie proposte, che saranno appoggiate nella legge di Stabilità da Ncd".

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