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Partiti: via "norma anti M5s" da ddl

Non c'è obbligo di statuto ma requisiti minimi di trasparenza. Tracciabilità donazioni fino a 15mila euro, sopra vanno on line

Il relatore alla legge sui partiti di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, Matteo Richetti (Pd), ha presentato in Commissione Affari costituzionali alla Camera un testo unificato delle varie proposte di legge, in cui è stata eliminata la cosiddetta "norma anti M5s" che escludeva dalle elezioni i partiti senza statuto, prevista dalla pdl ufficiale del Pd a prima firma Lorenzo Guerini. Il nuovo testo punta invece a meccanismi di trasparenza interna e sotto il profilo del finanziamento. 

L'attuale normativa sui partiti, varata dal governo Letta con il decreto che ne tagliava i finanziamenti, obbligava partiti e movimenti ad avere uno statuto e ad iscriversi ad un registro. Ma non erano previste sanzioni per chi non ottemperava a questo obbligo, come ad esempio il Movimento 5 Stelle. Il ddl di Guerini risolveva la questione sanzionando con l'esclusione dalle elezioni i partiti o movimenti che non presentano uno statuto, cosa che ha suscitato le proteste dei pentastellati. Il testo di Richetti, che all'interno del Pd è renziano, risolve la questione prevedendo un doppio binario.

Oltre ai partiti che hanno uno statuto e che sono iscritti all'apposito registro, e che potranno così beneficiare del 2 per mille, i movimenti potranno limitarsi - al momento delle elezioni - a presentare una "dichiarazione di trasparenza", che indica i seguenti "elementi minimi": "1) il legale rappresentante del partito o del gruppo politico organizzato e la sede legale nel territorio dello Stato; 2) gli organi del partito o del gruppo politico organizzato, la loro composizione nonché le relative attribuzioni; 3) le modalità di selezione dei candidati per la presentazione delle liste".

L'esclusione dalle elezioni scatterà solo nel caso in cui non verrà presentata questa "dichiarazione di trasparenza". Sono poi introdotte norme sulla trasparenza della vita interna dei partiti e dei movimenti.

I partiti iscritti nel registro dovranno avere sul proprio sito internet uno spazio in cui sono pubblicati i bilanci, oltre naturalmente allo Statuto e agli organi interni. I movimenti, invece, dovranno pubblicare "le procedure richieste per l'approvazione degli atti che impegnano il partito, movimento o gruppo politico organizzato, e il numero, la composizione e le attribuzioni degli organi deliberativi, esecutivi e di controllo, le modalità della loro elezione e la durata dei relativi incarichi, le modalità di selezione delle candidature nonché l'organo comunque investito della rappresentanza legale". Inoltre tutti gli iscritti a partiti o movimenti avranno il diritto di conoscere chi sono gli altri iscritti; l'apposita anagrafe non sarà on line, per ragioni di privacy, ma dovrà essere consultabile dagli iscritti.

Quanto ai finanziamenti da parte di privati, anche qui il Garante della privacy ha posto un problema alla pubblicazione on line dei donatori. Il testo di Richetti prevede allora la tracciabilità per tutte le donazioni tra i 5.000 e i 15.000 euro, attraverso una dichiarazione congiunta del donatore e del partito o movimento che riceve i soldi; oltre i 15.000 euro la donazione è pubblicata on line perché, spiega Richetti, "la cifra diventa significativa e prevale il diritto alla trasparenza rispetto a quello alla riservatezza del donatore". Domani e dopodomani in Commissione si svolgerà il dibattito sul testo, dopodiché verrà fissato il termine per gli emendamenti.

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