(di Enrico Tibuzzi)
Italia e Germania superano le incomprensioni del passato e fanno fronte comune per spingere la Commissione Ue - ma soprattutto gli altri partner europei - ad adottare interventi incisivi, condivisi ed efficaci che consentano di gestire la drammatica emergenza migranti. In vista dell'ennesimo vertice straordinario che lunedì riunirà a Bruxelles i capi di Stato e di governo dei 28 e il premier turco Ahmet Davutoglu, i ministri dell'Interno di Roma e Berlino, Angelino Alfano e Thomas Maiziere - secondo quanto rivelato dalla Sueddeutsche Zeitung - hanno deciso di lanciare un forte segnale politico ai partner inviando una lettera a Bruxelles in cui chiedono, tra l'altro, di arrivare a un sistema di registrazione unico dei migranti a livello europeo ed anche a un'armonizzazione delle procedure in base alle quali devono essere esaminate le domande di asilo. Nella missiva, Italia e Germania sollecitano un'ambiziosa riforma delle regole di Dublino - proposte in tal senso sono attese da Bruxelles per il 16 marzo prossimo - e rilanciano il progetto per identificare i migranti candidati alla protezione internazionale già nei Paesi di origine oppure in quelli di transito, arrivando poi alla creazione di un "sistema istituzionalizzato di ricollocamento" all'interno dell'Unione.
Parallelamente, dovrebbe essere anche attivato un "coordinato meccanismo di rimpatrio" dei cosiddetti migranti economici.
Tutte questioni, quelle toccate nella lettera congiunta di Roma e Berlino, già sul tavolo del vertice di lunedì. Un summit che, secondo fonti europee, è destinato a svolgersi in un clima "abbastanza positivo" e quindi favorevole a consolidare quel "consenso di fondo" che dopo tante divisioni il presidente del Consiglio Europea Donald Tusk ha registrato nella serie di incontri preparatori avuti questa settimana. Sempre che anche i Paesi del blocco centro-orientale (Ungheria, Polonia, Slovacchia, ecc.) abbiano questa volta posizioni più costruttive.
Sul terreno intanto la situazione resta assai critica. A Idomeni, sul confine greco-macedone, è stato chiesto lo stato di emergenza e la Bulgaria ha inviato 400 militari a presidiare il confine con la Grecia. Ma i riflettori della politica sono comunque puntati in primis sulla Turchia, dove Erdogan ha oggi ipotizzato la realizzazione di una nuova città per i rifugiati in prossimità del confine siriano. Sul governo di Ankara pesa l'ombra del caso Zaman, ma l'Ue ha troppo bisogno del suo contributo nella gestione dell'emergenza per rischiare di compromettere i già fragili rapporti. A Davutoglu i leader europei chiederanno invece maggior collaborazione e impegno per arginare i flussi dei rifugiati.
Un passaggio cruciale per la chiusura della 'rotta balcanica' e il futuro di Schengen, tema al centro della seconda parte del summit, quando il premier turco lascerà la riunione e i 28 si confronteranno sulle tante questioni aperte e controverse. Come il fallimento del sistema dei ricollocamenti che, varato per ridistribuire 120 mila migranti, dopo cinque mesi ha 'spostato' solo 600 persone. Ma anche il pacchetto di aiuti umanitari alla Grecia per 700 milioni di euro e interventi per evitare che, una volta chiusa la rotta balcanica, non si riapra quella che dall'Albania porterebbe i migranti via mare direttamente verso l'Italia. (ANSA).