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Chi è Chaouqui, la ex 'giovane promessa' della riforma

Esperta comunicazione, chiamata dal Papa in Commissione finanze

Finisce nel peggiore dei modi la parabola vaticana di Francesca Immacolata Chaouqui, rampante lobbista ed esperta di comunicazione, con esperienze nel gruppo Ernst & Young, nominata il 18 luglio 2013, tra lo stupore generale, nella Commissione di monitoraggio sui tagli di spesa in Vaticano (Cosea), poi disciolta a fine mandato.
    Quando fu designata il suo nome destò molta sorpresa all'interno delle Mura leonine. Pochi la conoscevano se non per la sua vicinanza con mons. Lucio Vallejo Balda, legato all'Opus Dei, la Prelatura a cui anche lei si diceva "vicina spiritualmente". Ma subito il suo nome è venuto alla ribalta.

Non solo per la nomina, unica italiana, donna e tra i laici della Cosea. In breve la Pr italo-marocchina si è fatta conoscere anche all'interno delle mura leonine. Le sue mosse del resto, sono state a tutto campo.
    Un primo "caso" Chaouqui scoppiò quando nella stessa estate del 2013 vennero alla luce alcuni "tweet" del suo profilo - ora chiuso - in cui la giovane esaltava la stagione Vatileaks e prendeva di mira personalità come il card. Tarcisio Bertone e l'ex ministro Giulio Tremonti. In alcuni di questi "cinguettii", Chaouqui definiva Tremonti "gay", indicandolo poi come possessore di un conto allo Ior, chiamava Bertone "corrotto" e diceva anche che papa Ratzinger soffriva di leucemia. Tremonti querelò. La donna ha poi sempre smentito di essere l'autrice dei tweet.

Un secondo "caso Chaouqui" che fece ancora più clamore in Vaticano, perché il Papa ne fu profondamente irritato, ebbe a che vedere con l'organizzazione di un "party" sulla terrazza della Prefettura degli Affari economici in via della Conciliazione organizzato per offrire a personalità politiche e del jet set italiano ed estero la possibilità di assistere da una postazione privilegiata alle canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II in piazza San Pietro il 15 aprile 2014. Su quella terrazza Chaouqui faceva gli onori di casa e mons. Vallejo Balda distribuiva ai presenti la comunione in un bicchiere di cristallo. Un particolare che non piacque per nulla a Bergoglio, alieno da comportamenti del genere. Dopo la pubblicazione delle foto dell'evento su Dagospia, Chaouqui cercò di sostenere che il vero organizzatore del party fosse il cardinale Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura.
    Un'inchiesta interna stabilì invece che tutto era stato organizzato da Chaouqui e Vallejo Balda con la richiesta di sottoscrizioni alle personalità presenti, cui era stato inviato un cartoncino di invito con lo stemma della Prefettura contraffatto. Fatti che non fecero avere più alcun dubbio sull'opportunità di procedere allo scioglimento della Cosea il cui ultimo giorno di lavoro è stato il 22 maggio 2014. Quel giorno il Papa prese parte ai lavori a Santa Marta come da programma e si sottopose con benevolenza alla foto di rito per il saluto di congedo. Ai suoi collaboratori disse: "Ora pregate per lei, ne ha bisogno".

Chaouqui invece utilizzava la foto del saluto di congedo di Francesco per farsi pubblicità sui social network e sostenere ancora una volta una sua presunta vicinanza al Pontefice. "Io e il mio Papa", scriveva. Francesco non sapeva allora che durante le riunioni veniva registrato e spiato e che tutto sarebbe finito per mano di Chaouqui, come lei avrebbe ammesso negli interrogatori di questi giorni, e Vallejo Balda nella pubblicazione di due libri che promettono di scalare le classifiche di vendita. 

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