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Ue, il 7 ottobre parte missione 'Sofia' contro scafisti

Allarme profughi dalla Turchia, 7 milioni in arrivo dalla Siria

Ankara mette in guardia i Paesi Ue: "Se non riusciamo a creare zone di sicurezza nel nord della Siria" diventerà "inevitabile" che "oltre sette milioni" di profughi prendano "la strada dell'Europa". E mentre Budapest annuncia la costruzione della terza barriera, questa volta al confine sloveno, l'Alto rappresentante Federica Mogherini lancia un "segnale di speranza". La missione antiscafisti, che avvierà la fase due il 7 ottobre, cambia nome e da Eunavfor Med diventa 'Sofia', come la bambina nata di recente su una delle navi impegnate nell'operazione: un auspicio per il futuro.
    Il presente però è a tinte fosche. Un giovane migrante è morto travolto da una navetta ferroviaria nel tunnel sotto la Manica, a Calais, nel tentativo di andare in Inghilterra. E' l'undicesimo da inizio anno. Sull'isola di Lesbo sono sbarcati 1200 profughi in meno di un'ora: 24 barconi in tutto, ognuno carico di una cinquantina di persone. La Croazia ha chiuso i valichi di frontiera con la Serbia, in sei giorni sono entrati 51.700 profughi, mentre in Ungheria i migranti vengono trasportati su treni merci, in vagoni senza acqua né cibo.
    Ma "la grande ondata deve ancora arrivare", avverte il presidente del consiglio europeo Donald Tusk. Nel vertice dei leader di dicembre, ci si potrà potenzialmente trovare a dover discutere di 800mila o un milione di profughi da ricollocare.
    I leader dei 28, nel summit di ieri, hanno deciso di correre ai ripari, "recuperando il controllo delle frontiere esterne" e correggendo la politica "delle porte e delle finestre aperte", un po' troppo precipitosamente enunciata da Angela Merkel. Una chiusura che lascia "deluso" l'Alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, che sperava invece nell'offerta di percorsi 'sicuri'.
    Al summit è stato anche fissato l'avvio degli hotspot in Italia e Grecia - entro novembre - a patto che proceda in parallelo con ricollocamenti ed una politica dei rimpatri efficace. Un punto su cui il premier Matteo Renzi ha molto insistito temendo di trovarsi con centri di accoglienza ingolfati da migliaia di persone.
    In una lettera indirizzata ai leader dei 28 e ai vertici delle istituzioni Ue (di cui l'ANSA ha preso visione) il premier turco Ahmet Davutoglu intanto mette in guardia sulla possibilità che nei prossimi mesi arrivino sette milioni di siriani in Europa, se non si creeranno delle "safe zone" in Siria, dove possano restare. "Non è giusto né realistico aspettarsi che la Turchia", il Paese che accoglie più profughi siriani (oltre due milioni), da sola prenda sulle spalle tutta la pressione migratoria" e richiama l'Ue europea alle "proprie responsabilità". Ma il progetto delle 'aree sicure' non piace a Merkel, Hollande e Cameron. In cambio di più collaborazione da parte di Ankara - anche nella lotta ai 30mila trafficanti di esseri umani che si stima siano nel Paese - l'Ue potrebbe piuttosto mettere la liberalizzazione dei visti.
    Intanto Bruxelles sferra il suo attacco contro gli scafisti.
    "Le regole di ingaggio sono state approvate", gli "asset sono pronti", spiega Mogherini in visita al centro di comando a Roma, quindi "come dicono gli arabi 'inshallah'". Il capo della diplomazia Ue ci tiene però a puntualizzare: il "deterrente dell'operazione" è rivolto "ai trafficanti e non ai migranti che sono vittime". La fase due prevede caccia attiva, arresto degli scafisti e confisca o distruzione dei barconi. Gli obiettivi principali saranno le navi scorta che i trafficanti usano per affiancare i barconi stipati di migranti. "In queste settimane sono stati evidenziati 20 casi in cui saremmo potuti intervenire se fossimo stati pronti", evidenzia Mogherini.
    La missione, che conterà anche su navi dotate di ponte di volo per elicotteri, oltre a fregate, caccia e pattugliatori, opererà "in acque internazionali in alto mare", a 12 miglia nautiche (circa 20 chilometri) dalla costa libica.

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