Dalla nomina dei dirigenti apicali, alla firma di atti e contratti (fino a 10 milioni), all'attuazione del piano di investimenti, del piano finanziario, del preventivo di spesa annuale, delle politiche del personale e dei piani di ristrutturazione.
Prende corpo l'identikit del nuovo amministratore delegato della Rai, quel 'capo azienda forte' voluto dal premier Renzi che è la principale novità contenuta nel ddl di riforma varato una settimana fa dal Consiglio dei ministri, il cui articolato è stato divulgato oggi sul sito di Palazzo Chigi.
Il testo del provvedimento conferma - pur definendole in modo più dettagliato - le ipotesi di revoca per l'ad (anche oggi il direttore generale può essere sfiduciato dal cda) e per i componenti del consiglio di amministrazione (anch'essi già revocabili secondo la Gasparri). Affida al governo la delega a riformare il canone entro dodici mesi dall'entrata in vigore del nuovo provvedimento. Tra le altre novità, la durata del contratto di servizio, che sale da tre a cinque anni.