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Vaticano: fermare clienti prostitute, e i mercanti

Suor Valeria, la polizia li conosce, però aspetta che la ragazza faccia denuncia, ma c'è paura

"Mi sono chiesta e mi chiedo: cosa ci dicono queste donne-bambine, nude, sulle nostre strade a tutte le ore? E che nome dare ai clienti che sono i nostri nonni, mariti, fidanzati, figli, fratelli?". Lo ha chiesto suor Valeria Gandini in una testimonianza sulle ragazze di strada che ha incontrato, presentando in Vaticano la prima giornata internazionale contro la tratta. "Mi fanno paura i clienti - ha poi detto rispondendo a domande - ma devono fermarsi", come anche i "mercanti, che non vengono arrestati".

 "I clienti - ha detto suor Valeria rispondendo a una domanda di approfondimento circa il modo di chiamare i clienti delle ragazze-schiave - hanno una grande responsabilità in questo traffico e nella schiavitù della prostituzione perché sono quelli che abusano direttamente della ragazza usa e getta, sono coloro che pagano il sesso, ma i soldi passano alla organizzazione criminale che sta dietro. Noi - ha raccontato la suora - che andiamo sulla strada li vediamo, i nonni con la macchina perché sono anziani, i giovani anche in due su un motorino, quelli di mezza età. Giocano, si sfogano e poi tornano, c'è una mancanza di responsabilità. Io - ha spiegato suor Valeria con tono mite e determinato - dico che un uomo che ha bisogno di comprare sesso non è un vero uomo, un marito che compra sesso non è un bravo marito, un ragazzo non è un bravo ragazzo, così ci prepariamo a un avvenire in cui le nostre famiglie si sgretolano: questi uomini fanno tutto questo di nascosto e così non abbiamo più vere famiglie. Anche loro - ha detto ancora suor Valeria - sono schiavi del sesso e non si accorgono che diventano i primo sfruttatori. Mi fanno paura i clienti, ma devono fermarsi, devono riflettere su quello che fanno. I mercanti poi, questi sfruttatori e criminali, sono liberi battitori, sono le persone in regola e non vengono arrestati, e la polizia li conosce, però aspetta che la ragazza faccia denuncia, ma loro hanno problemi grossi e non possono fare la denuncia, hanno paura per le famiglie, sono ricattate. Le ragazze che dicono 'meglio che muoia io piuttosto che la mia famiglia, che il mio papà. Bisogna denunciare le responsabilità dei clienti - ha concluso suor Valeria - e ci vorrebbe più fermezza contro gli sfruttatori, i mercanti di sesso". La prima giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani è stata presentata oggi in Vaticano da suor Valeria, suor Gabriella Bottani, suor Imelda Poole, suor Carmen Sammut, esponenti sia di congregazioni religiose, che di singole congregazioni che di gruppi o reti contro la tratta. Hanno inoltre partecipato alla presentazione tre cardinali, coordinati dal portavoce vaticano Federico Lombardi: Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace, Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio per i migranti, e Braz de Avis, prefetto della Congregazione per i religiosi e le religiose.

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