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Mafia: Roberti, ora imprenditori cercano affari con boss

Ieri, in occasione dell'anno giudiziario, il presidente della Corte di Appello di Milano, Canzio: Il nord occupato dalla mafia

Redazione ANSA ROMA

"Le investigazioni dimostrano che l'imprenditoria sana non si limita a subire le 'ndrine, ma fa affari con esse, spesso gli stessi imprenditori cercano il rapporto d'affari col mafioso pensando di ricavarne vantaggi, o si fanno finanziare". Lo dice il procuratore antimafia Franco Roberti, tornando in un'intervista a Repubblica, sulle parole del presidente della Corte d'Appello di Milano Canzio all'anno giudiziario: "Parlano le sentenze", aggiunge Roberti, e le "inchieste in Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, perfino in Umbria".

Aggravare le pene per il 416 bis "può servire - a suo avviso - ma la cosa più importante è l'attacco patrimoniale. È necessario far lavorare nel modo migliore l'Agenzia nazionale per i beni confiscati, perché solo quando il bene è destinato all'uso sociale si può dire di aver vinto".

Rispondendo poi sulla procura Antiterrorismo, Roberti risponde che "rinviarla sarebbe un errore perché la minaccia è attuale", "il mio ufficio ha la banca dati giudiziaria più avanzata in Europa. Sarebbe assurdo crearne un'altra. Si perderebbero solo soldi e tempo. Noi siamo pronti a prenderci la responsabilità".

Canzio, il nord occupato dalla mafia
Continua inesorabile l'avanzata della criminalità organizzata. Nelle regioni del Nord non si può più parlare di semplici infiltrazioni, come se fosse un fenomeno transitorio: ormai clan e 'ndrine hanno "occupato" pure questi territori. La drammatica verità - nel giorno in cui si è inaugurato l'anno giudiziario nei distretti - è stata messa a nudo da Giovanni Canzio, Presidente della Corte di Appello di Milano, magistrato tra i più autorevoli, destinato, dicono in molti, ad essere il prossimo vertice della Cassazione. Ha avuto parole dure per i pm che hanno interrogato Giorgio Napolitano.

Da Genova, in sintonia, il Guardasigilli Andrea Orlando, ricordando di essere stato tra i primi a parlare di mafia in Liguria, ha sottolineato che "la criminalità organizzata non ha più le forme tradizionali e la tradizionale collocazione geografica circoscritta ad alcune regioni del sud Italia. Si è espansa, ha cambiato forme e metodi mimetizzandosi nei contesti in cui si sviluppa. Si confonde e si sovrappone alle reti collusive che avvolgono le pubbliche amministrazioni". Non sono stati gli unici a levare l'allarme sugli insaziabili tentacoli mafiosi. Un altro terreno permeabile - questa la novità, non troppo nuova a dire il vero - è quello del calcio, come ha dimostrato la vicenda di Genny 'a carogna', hanno denunciato i capi degli uffici di Roma, Napoli e Lecce. Non sono mancate le contestazioni al governo Renzi, tanto che a Bologna - ed è stato il caso più evidente - il ministro dell'ambiente Gianluca Galletti ha lasciato la cerimonia. Nel coro dei 'no', si è inserita l'Anm che ha ribadito le critiche alle riforme sulla responsabilità delle toghe, sui prepensionamenti, sulle norme anticorruzione e tributarie. Non è mancata la protesta dei pm del processo Stato-mafia che hanno disertato l'inaugurazione di Palermo e che si sono presi gli strali di Canzio. La presenza mafiosa al nord deve "essere ormai letta in termini non già di mera 'infiltrazione', quanto piuttosto di 'interazione-occupazione'", ha detto Canzio mettendo in guardia anche dal rischio di attentati terroristici di matrice islamica all'Expo che tra cento giorni apre i battenti. Sono stati già venduti cinque milioni di biglietti.

"Nel distretto milanese e in vista di Expo 2015, lo Stato è presente e contrasta con tutte le Istituzioni l'urto sopraffattorio della criminalità mafiosa, garantendo, nonostante la denunciata carenza di risorse nel settore giudiziario, la legalità dell'agire e del vivere civile", ha sottolineato Canzio. Le indagini e gli arresti proseguono incessanti - ha aggiunto - "si applicano misure di prevenzione patrimoniale su immobili e aziende, si annoverano circa 70 interdittive antimafia del prefetto di Milano a carico di società impegnate in lavori per l'Expo". Sui legami tra ultrà e clan, "crea forte preoccupazione l'infiltrazione della criminalità organizzata nel mondo del calcio, come emerge da una serie di episodi e di inchieste giudiziarie avviate di recente", ha detto il Procuratore generale presso la Corte di Appello di Roma, Antonio Marini. "In questi ultimi anni i rapporti sono diventati sempre più stretti e connotati di ambiguità, soprattutto quelli con la tifoseria degli ultras. Un episodio di questo tipo si è verificato in occasione della finale di Coppa Italia del 3 maggio con Gennaro De Tommaso, noto come 'Genny 'a carogna'". Da Napoli, sullo stesso tema, si è battuto il tasto anche sull'organizzazione del consenso elettorale dalla sinergia di tifoserie e camorra.

A Bologna il Presidente della Corte di Appello Giuliano Lucentini, in linea del resto con quanto osservato da altri suoi colleghi, ha detto che i giudici continuano ad essere "delegittimati" anche dal governo Renzi, anche se non vengono più fatti passare per "disturbati mentali" come accadeva con Berlusconi. "Quello che è cambiato - ha aggiunto Lucentini - è solo il metodo, che è diventato mediaticamente più sottile, e dunque di maggior suggestivitá". Poi ha definito "irrispettoso" il "Brr, che paura" del premier Renzi all'indirizzo dell'Anm. Così Galletti, che era l'invitato d'onore, se ne è andato su due piedi non appena il discorso è finito. Molto critico con Renzi anche il Pg di Torino Marcello Maddalena e il Pg di Milano Laura Bertolè Viale. Da tutti i distretti si è levata la protesta per i giudici e il personale amministrativo sotto organico. Nelle Corti sono aumentati ovunque i carichi di lavoro, la lentezza dei processi è aumentata e anche il numero dei reati prescritti. Non ci sono dati completi sul settore penale per via degli accorpamenti degli uffici giudiziari e per i nuovi sistemi informatici non del tutto connessi. In prigione poi ci vanno solo i poveracci e non i colletti bianchi che nutrono la corruzione - dilagante ovunque - ha fatto notare il Pg di Palermo Roberto Scarpinato dicendo che la composizione sociale carceraria è la stessa del 1860.

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