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Pg Roma, carenza giustizia è causa della crisi

'Sì a riforme, no a incomprensioni tra legge e mondo economico'

Le difficoltà finanziarie, economiche, industriali di molti Paesi "esprimono più gli effetti della crisi globale che non la sua vera sostanza, che invece va ravvisata in una profonda carenza di giustizia: giustizia sociale, giustizia economica, lavorativa, giudiziaria, ognuna con proprie caratteristiche": è l'analisi di Luigi Ciampoli, procuratore generale della Repubblica della Corte d'Appello di Roma, fatta durante il convegno, svoltosi nella Capitale sulla "giustizia come risorsa per lo sviluppo".

Procuratore, la crisi economica spesso spinge a vedere tutto nero, sembra prevalere il pessimismo.
"Dinanzi alle continue notizie negative, la tendenza ad essere pessimisti appare giustificata. Non vi è istituzione o settore che non presenti problematicità, difficoltà, carenze. Ma se invece di farci catturare dal pessimismo, proviamo a riflettere su quali possano essere validi rimedi per superare le difficoltà, la conclusione potrebbe essere diversa".
Lei, nell'analizzare la crisi, ha parlato di "esodo di massa dalla realtà".
"Ho preso in prestito una frase dell'economista e giurista Eduard Punset. La crisi non è planetaria e non durerà in eterno. Parecchi Paesi si sono incamminati con successo verso la ripresa della crescita. Ciò dimostra che, a fronte della globalizzazione, vi sono ragioni specifiche che riguardano alcuni e singoli Paesi, i quali hanno, per anni, ritenuto di vivere al di sopra delle loro possibilità. E per far ciò hanno finito per sostituire, specialmente nel mondo dell'economia e della finanza, ai principi di realtà e concretezza, quelli basati su criteri e valutazioni virtuali. Un esodo massa dalla realtà, appunto".
Torniamo al rapporto tra crisi e giustizia.
"Ribadisco quanto ho già detto: condivido l'opinione di coloro i quali ritengono che la vera sostanza della crisi vada ravvisata in una profonda carenza di giustizia. Le difficoltà finanziare ed economiche sono la manifestazione degli effetti della crisi, non la sostanza".
Se questa è l'analisi, procuratore Ciampoli, quali sono le conseguenze?
"Senza trascurare i problemi strutturali, che rappresentano comunque un ostacolo e che impongono riforme radicali, sono davvero convinto che la giustizia possa essere una risorsa per lo sviluppo. La via maestra è superare quella sostanziale incomprensione tra l'amministrazione della legge ed il mondo economico-industriale. Dunque, è necessario vincere la diffidenza che sempre di più, negli ultimi tempi, porta a considerare reciprocamente quelle che dovrebbero costituire le energie vitali del nostro Paese come un ostacolo o, peggio, come un elemento avverso a cui opporsi, non ricercando, invece, una strada comune, che, nel riconoscimento dei diritti altrui, trova la migliore affermazione del proprio".
Si tratta solo di un'utopia?
"Assolutamente no, il mio è un messaggio di speranza. Il futuro ci attende ed è nostro, se avremo il coraggio di guardarci dentro e di porgerci la mano".
   

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