Composizione del Senato e nuove competenze delle Regioni. Dopo settimane di trattative, sono ancora questi i nodi principali da sciogliere per arrivare a un accordo definitivo sulla riforma del Senato e del titolo V della Costituzione. Ma mentre l'intesa si avvicina, emergono con sempre maggiore chiarezza le ipotesi in campo. Con l'avvertenza, da parte di chi tratta, che fino all'ultimo potrebbero variare.
SENATO DI 100 - Cento è il "numero magico" individuato per il nuovo Senato. Si ipotizza che, sul modello tedesco, tra i senatori ci siano 80 consiglieri regionali (per ciascuna Regione un numero proporzionale ai suoi abitanti) e 20 sindaci (cala, come chiede FI, il peso dei primi cittadini). Ma il numero e le proporzioni potrebbero variare. E' da definire, ad esempio, se considerare 'fuori quota' i presidenti di Regione e i 5 (non più 21) senatori, in carica per 7 anni, scelti dal capo dello Stato.
NON ELETTO - I senatori non saranno eletti dai cittadini e non riceveranno nessuna indennità per il loro incarico. A votare per sceglierli tra sindaci e consiglieri regionali, saranno i Consigli regionali. Per correggere il risultato in senso proporzionale e garantire così le minoranze, potrebbe essere inserito un meccanismo di voto limitato: ad esempio, per eleggere 8 senatori, ciascun consigliere avrebbe 4 o 5 preferenze, in modo che i partiti preponderanti non siano da soli in grado di decidere il risultato del voto.
COMPETENZE DEL SENATO - Il nuovo Senato non avrà potere di fiducia, ma gli emendamenti dei relatori al ddl del governo dovrebbero rafforzare i poteri "ispettivi e di controllo" sul governo, sull'attuazione delle leggi e sulla Pubblica amministrazione. Al Senato competenze poi sulle leggi regionali, europee, costituzionali ed elettorali e sui referendum. I senatori parteciperanno all'elezione di presidente della Repubblica, dei membri del Csm e dei giudici della Consulta.
TITOLO V - Molto dibattuto, tra i partiti e con gli enti locali, il tema della ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni. Ferma restando l'abolizione della legislazione concorrente, si va verso un'attribuzione di maggiori poteri alle Regioni, rispetto a quelli previsti nel ddl del governo. Previsto l'inserimento in Costituzione del principio dei costi standard.
LEGGE ELETTORALE - Nella trattativa sulle riforme entra anche l'Italicum, ma non ancora nel dettaglio. Tra le ipotesi, l'aumento al 40% della soglia per accedere il ballottaggio e il calo al 4% dello sbarramento per i partiti in coalizione. Si discute, sulla spinta del Democratellum proposto dai 5 Stelle e di una parte del Pd, anche sull'introduzione delle preferenze. Ma Forza Italia sarebbe contraria.