Il viaggio del papa in Terra Santa e' saldamente legato alla sfera religiosa, ma si sa che ''qualunque cosa si faccia in Medio Oriente, questa ha un significato politico''. Lo ha detto Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, in un'intervista all'ANSA alla vigilia della partenza di Bergoglio per la Giordania da dove poi proseguira' per la Palestina e quindi Israele. Una visita che, da quando e' stata annunciata, ha via via nel tempo assunto una connotazione non solo religiosa visto non solo il carisma del pontefice ma anche le aspettative di questa parte di mondo. Del resto il viaggio - breve - del papa ha come centro la ricorrenza dei 50 anni dall'incontro a Gerusalemme tra Paolo VI e il Patriarca di Costantinopoli Atenagora. E sara' questo anniversario ad essere celebrato nell'incontro ecumenico domenica 25 maggio alle 19 nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme tra Bergoglio e l'attuale Patriarca Bartolomeo.
L'aspetto ''politico'' del viaggio, specie in una regione come la Terra Santa, e' tuttavia evidente sia per quanto spiegato ieri dal segretario di stato vaticano Pietro Parolin sia per i motivi ribaditi oggi da Pizzaballa. ''Il papa - spiega il Custode di Terra Santa da Amman dove si trova in attesa dell'arrivo domani alle 13.00 di Francesco - certamente non puo' entrare nelle questioni dirette. Non credo dara' soluzioni immediate. E' anche vero pero' che qui i gesti sono importanti sia nell'uno sia nell'altro versante. E non sono in pochi quelli che sperano di vederli''. A giudizio di Pizzaballa, il pontefice ''che viene in una realta' come questa, spendera' parole di incoraggiamento. Invitera' a rinnovare il dialogo tra le parti, spingera' a nutrire piu' fiducia uno nei confronti dell'altro''. Sulla possibilita' di cambiamenti all'ultimo momento nel programma, ferreo, del viaggio, Pizzaballa e' scettico: ''Francesco e' un uomo molto libero - spiega - ma vista la brevita' della visita, non credo che cio' possa avvenire''. Unico neo sulla visita la mancanza di una tappa in Galilea, nel nord di Israele, dove c'e' una forte comunita' cristiana e un luogo simbolico per la fede come Nazareth: ''magari - dice Pizzaballa - tornera' presto proprio per andare li'''. ''L'incontro con il patriarca, la visita a Betlemme e l'abbraccio con i cristiani che verranno da tutta la regione sono - aggiunge - la cosa piu' importante'', anche dopo gli ultimi episodi anticristiani ad opera di una frangia di estremisti ebrei. ''Su questo aspetto - conclude Pizzaballa - la Santa Sede ha gia' parlato in maniera molto chiara e netta''.