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A Cantone poteri speciali. Alfano, avanti falso in bilancio

Si lavora a decreto, Renzi frena sul potere di revoca

Un ampliamento dei poteri dell'Anticorruzione e di chi la guida, Raffaele Cantone, è ormai nelle cose, a partire da Expo. Garanzie sono arrivate da Renzi e Alfano. E qualcosa inizia a delinearsi. "Cantone non è un supereroe", premette il premier, che ha chiesto all'ex pm anticamorra di seguire i lavori Expo ma vuole sgombrare il campo da pretese irrealistiche. Poi entra più nel dettaglio e spiega che il presidente dell'Anticorruzione "non può essere un sostituto del Pm a Milano ma neanche un passatimbri".

Renzi dice "sì a poteri particolari", ma frena sulla possibilità di revoca dei contratti che merita una "verifica dal punto di vista amministrativo". Il ministro dell'Interno Alfano offre un altro elemento: Cantone "oltre che più uomini avrà un accesso preventivo alle informazioni". Dobbiamo "mettere in squadra Prefettura, forze dell'ordine e Anticorruzione", aggiunge il titolare del Viminale, che poi assicura: "Su falso in bilancio e autoriciclaggio andremo avanti". Un passaggio chiave, che rimanda alla riforma della giustizia. La lotta alla corruzione può riuscire solo se si affina l'impianto penale. Finora, il governo ha partorito poco. Ma Renzi ha sempre indicato giugno come termine e oggi lo hanno ribadito Alfano e il guardasigilli Orlando. L'autoriciclaggio è un reato che il nostro codice non prevede, il falso in bilancio c'era ma fu depenalizzato nel 2002, governo Berlusconi. Entrambi sono reati economici legati a doppio filo con la corruzione, contro la quale un'ulteriore arma è l'aumento dei termini di prescrizione, su cui c'è già l'impegno di Orlando. Il governo ha predisposto un ddl che introduce l'autoriciclaggio ma che non è approdato in Consiglio dei ministri. Un altro ddl è all'esame del Senato e ripropone il falso in bilancio. Non è escluso, a questo punto, che dopo le europee il governo decida di rafforzare il proprio testo, inglobando il falso in bilancio, introducendovi la prescrizione e di fatto varando quella riforma organica della giustizia che da tempo si attende.

Più nell'immediato, intanto, si lavora a un decreto che da una parte stabilisca che tra i soggetti destinatari dell'azione dell'Anticorruzione c'è anche Expo e dall'altra che i poteri vengono estesi. Al momento l'Autorità può intervenire solo sulle amministrazioni pubbliche e sulle società dove l'ente pubblico ha il controllo o esprime gli amministratori: oggi, quindi, Expo è fuori dal suo raggio d'azione. Il decreto inoltre dovrebbe contenere la nomina degli altri 4 componenti dell'Autorità, posti oggi vacanti, il che limita la possibilità di manovra di quello che è un organo collegiale; ma soprattutto riconoscerà all'Authority un potere sanzionatorio (comminare multe, imporre l'espletamento di obblighi inevasi) e un potere ispettivo, prevedendo la possibilità di utilizzare, in funzione preventiva, la Guardia di Finanza per visionare documenti e verificare connessioni sospette. Questo non implica ingerenze col potere giudiziario: se c'è reato, interviene il pm. Ma il controllo dell'Authority deve avvenire a monte, prima che il reato sia compiuto e la tangente pagata, cogliendo i segnali di un possibile illecito. Se una società vince 10 gare, questo in sé non è reato e il pm non può far nulla; l'Authority, invece, potrebbe chiedere di verificare, carte alla mano, se la scelta è dovuta solo alle qualità dell'azienda o c'è dell'altro. Per fare questo, però, l'Anticorruzione deve avere quegli strumenti che Cantone ha chiesto a più riprese. E visto che ora ha solo 30 persone, deve contare anche su più risorse e più personale, altro aspetto che il decreto dovrà affrontare.

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