L'ambasciatore Usa presso la Ue, Gordon Sondland, ammette di aver lavorato con Rudolph Giuliani su ordine del presidente Donald Trump per fare pressioni sull'Ucraina. Trump avrebbe ordinato di perseguire attraverso Giuliani il 'quid pro quo', legando la visita del presidente ucraino alla Casa Bianca e gli aiuti a Kiev all'avvio delle indagini sui suoi rivali politici.
E' quanto emerge dalle dichiarazioni iniziali che il diplomatico si appresta a fare in apertura della sua testimonianza alla Camera.
"Il presidente Donald Trump non mi ha mai detto direttamente che gli aiuti militari a Kiev fossero subordinati" all'apertura di un'inchiesta, ha detto l'ambasciatore Usa alla Ue Gordon Sondland testimoniando nell'indagine di impeachment alla Camera, aggiungendo che "era chiaro a tutti che c'era un legame". Sondland ha spiegato di averlo intuito sulla base di una sua deduzione, partendo dal principio che "due più due fa quattro". Inoltre, ha aggiunto, l'avvocato Rudy Giuliani parlava per conto di Trump.
Donald Trump non ha risposto alle domande dei cronisti sulla esplosiva testimonianza dell' ambasciatore Usa alla Ue di Gordon Sondland ma si e' limitato a leggere una nota scritta a mano ricordando il passaggio in cui il diplomatico ha riferito che il presidente gli disse che non c'era alcun quid pro quo e che non voleva nulla dall'Ucraina. "Questo significa che e' tutto finito, questa e' la parola finale del presidente degli Stati Uniti: 'non voglio niente'", ha sottolineato.