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Trump contro gli F-35, pensa di sostituirli con F-18 Boeing

A Wall Street titolo della Lockheed in picchiata con perdite oltre il 2%

Donald Trump torna a 'sparare' sui caccia della Lockheed Martin. In un tweet il presidente eletto Usa annuncia, "visti i tremendi costi degli F-35 e il loro sforamento", di aver chiesto alla Boeing di fare un'offerta "per la produzione dell'analogo jet F-18 Super Hornet". Nelle contrattazioni after hours a Wall Street titolo della Lockheed in picchiata con perdite oltre il 2%. Due giorni fa Trump aveva ricevuto in Florida i vertici sia di Boeing che di Lockheed Martin.

Il primo attacco di Trump agli F35 risale al 12 dicembre, quando sempre con un tweet parlo' di "costi fuori controllo" per quello che e' il programma piu' costoso della storia del Pentagono. Un programma da 400 milioni di dollari da cui dipende anche il futuro di migliaia di posti di lavoro nei tre stabilimenti in cui il super-jet viene assemblato: a Fort Worth in Texas, a Nagoya in Giappone e a Cameri in Italia, in provincia di Novara. Dopo il cinguettio del presidente eletto il titolo della Lockheed brucio' in Borsa 4 miliardi di dollari in pochi minuti, cedendo il 4%. La difesa del gruppo aeronautico fu che gli F-35 costano meno di qualunque altro jet militare di ultima generazione.

La Boeing conferma la richiesta di Donald Trump di avanzare un'offerta alternativa al programma degli F-35 della Lockheed Martin. "Ci siamo impegnati a lavorare con il presidente eletto e la sua amministrazione - afferma il gruppo - per fornire la migliore competenza, il miglior risultato e la migliore convenienza attraverso tutti i prodotti e i servizi della Boeing per far fronte ai bisogni della nostra sicurezza nazionale".

Nella nuova amministrazione c'e' poi l'effetto Berlino: Donald Trump anche ieri ha partecipato al briefing degli 007 Usa per essere aggiornato sulle principali questioni di sicurezza nazionale. E intanto prepara la promessa stretta sui musulmani negli Stati Uniti e spinge per l'ampliamento dell' arsenale nucleare americano. Più volte annunciato in campagna elettorale, il piano Trump per rafforzare i controlli sugli ingressi in America e combattere l'arrivo dei 'foreign fighter' sta cominciando a prendere forma proprio in questi giorni, con un'accelerazione certamente legata ai fatti accaduti in Germania. "Il terrorismo non diventerà il 'new normal', la nuova normalità", è il monito di Kellyanne Conway, appena nominata consigliere presidenziale. Nomina che farà dell'ex manager della campagna del tycoon la donna più alta in grado della Casa Bianca. Accantonata per il momento la famigerata proposta del muro al confine col Messico, al primo posto tra le misure previste per frenare l'immigrazione c'è un rafforzamento senza precedenti del sistema dei visti e dei controlli per i cittadini musulmani che arrivano dai Paesi che hanno legami con il terrorismo o dove sono attivi gruppi terroristici come l'Isis o al Qaida. Dunque - rassicura Conway stemperando i toni usati da Trump negli ultimi mesi - "non sarà un blocco totale degli ingressi", ma una misura con la quale si alzerà al massimo livello la vigilanza su chi arriva da stati che "addestrano, proteggono ed esportano" militanti jihadisti. Ma ad agitare lo staff di Trump in queste ore è la decisione a sorpresa di Barack Obama di smantellare definitivamente uno dei programmi già esistenti per la registrazione dei visitatori che arrivano dai Paesi sospetti. E' il National Security Entry-Exit Registration System messo in piedi dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 ma di fatto già sospeso nel 2011. Una mossa che viene letta come un vero e proprio schiaffo al presidente eletto, i cui piani erano al contrario quelli di riattivare e rafforzare il piano, introdotto per 'tracciare' in particolare cittadini arabi e musulmani. "Il Dipartimento alla sicurezza nazionale - si legge in una nota - con effetto immediato rimuoverà un sistema di regole oramai obsoleto che richiederebbe un uso di personale e risorse da sottrarre ad altre misure più efficaci".

Capitolo nucleare. Trump ne avrebbe discusso anche con il suo consigliere per la sicurezza nazionale, l'ex generale Michael Flynn, e con i vertici militari ricevuti nella residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Ma è su Twitter che il tycoon parla della necessita' di "rafforzare e espandere in maniera consistente la capacita' nucleare" degli Stati Uniti. Lo fa a poche ore di distanza dalle affermazioni di Vladimir Putin, che ha parlato a sua volta di un ampliamento della potenza nucleare della Russia. Ma anche a pochi giorni dall'incontro tra Barack Obama e Shinzo Abe, che durante la storica visita a Pearl Harbour rilanceranno la politica della non proliferazione delle armi atomiche. Già durante la campagna elettorale Trump aveva paventato una nuova corsa agli armamenti, spingendo anche gli alleati del sudest asiatico come il Giappone e la Corea del Sud a incrementare i loro arsenali, in chiave anti-Cina e anti Pyongyang. E aveva anche provocatoriamente agitato lo spettro delle armi nucleari contro l'Isis. Attualmente gli Usa hanno 7.100 testate nucleari contro le 7.300 della Russia

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