La 'capitale' dell'Isis è sotto attacco. Le forze governative siriane sostenute dalla Russia e quelle curde appoggiate dagli Stati Uniti hanno registrato oggi successi nelle rispettive offensive per riconquistare la regione di Raqqa, ricca di risorse idriche e energeniche e da circa tre anni in mano ai jihadisti. Questo mentre ad Aleppo e dintorni infuria la battaglia tra le forze anti-Assad tra cui i miliziani qaedisti, e i loro rivali lealisti sostenuti dall'aviazione di Mosca e dagli Hezbollah libanesi.
Media controllati dalla Russia accusano la Turchia di aver inviato "militari" nei pressi della contesa metropoli siriana del nord. Ma finora non si hanno conferme né smentite. Secondo fonti russe, miliziani qaedisti hanno bombardato con l'artiglieria i quartieri occidentali uccidendo "40 persone fra civili, poliziotti e militari". Le fonti non precisano l'arco di tempo in cui questo bilancio si è formato.
Nell'area orientale dell'Eufrate, le notizie sono dominate dalle due offensive convergenti di curdi filo-Usa e di governativi filo-russi verso Raqqa. I primi sono ormai alla periferia sud di Manbij, località ora in mano all'Isis e obiettivo-chiave da conquistare per impedire che a Raqqa arrivino rifornimenti provenienti da Aleppo. I secondi si sono spinti oggi per la prima volta oltre il confine amministrativo della regione di Raqqa e sono ora a 40 chilometri da Tabqa, città dove ha sede l'importante diga sull'Eufrate.