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Covid, il Regno Unito rompe gli indugi: una dose di vaccino anche ai 12enni

I capi-medico 'correggono' i colleghi. Johnson: così si eviterà il lockdown

    Estendere ancora la platea dei vaccinati - giovanissimi inclusi - per evitare anche solo l'ipotesi di un nuovo lockdown nazionale oltre Manica. Boris Johnson traccia i piani anti Covid in vista dell'autunno e dell'inverno in un Paese in cui il vaccino ha già raggiunto l'81% degli over 16 con due dosi (il 90% con una). E si affida alle massime autorità mediche del Paese - i chief medical officer delle 4 nazioni del Regno Unito - per rovesciare la raccomandazione di escludere per ora i bambini e ragazzi sani fra 12 e 15 anni avanzata appena un paio di settimane fa da altri specialisti, quelli del Joint Committee on Vaccination and Immunization (Jcvi).
    I dettagli della strategia invernale britannica contro la pandemia sono affidati a una conferenza stampa in agenda domani a Downing Street, che il primo ministro Tory terrà con al fianco - come a fargli scudo - il professor Patrick Vallance, consigliere scientifico capo del governo, e soprattutto il professor Chris Whitty, virologo di fama internazionale e chief medical officer dell'Inghilterra. Ma il parere di Whitty e dei suoi omologhi di Scozia, Galles e Irlanda del Nord sul via libera alla somministrazione di massa di una singola dose vaccinale sotto i 16 anni è già stato formalizzato oggi. E apre le porte a un superamento delle riserve del Jcvi: il quale, pur senza mettere in discussione l'efficacia e la sicurezza complessiva degli antidoti approvati, aveva scelto di non raccomandarne al momento l'uso fra i 12-15enni - se non immunodepressi o alle prese con patologie croniche pregresse - evocando un margine di cautela ad hoc sulla valutazione del rapporto rischi/benefici in questa specifica fascia d'età.
    "Aspettiamo di ascoltare ciò che i chief medical officer hanno da dire: penso stia a loro decidere piuttosto che ai politici", ha glissato in mattinata BoJo incalzato dai giornalisti nel rinviare gli altri dettagli a domani. Il responso tuttavia è ormai pubblico nei suoi punti essenziali: con l'ok limitato per il momento a una sola dose ai più giovani e giustificato dalla convinzione che una maggior copertura immunitaria possa rendere più sicuro l'ambiente scolastico dopo la riapertura generalizzata delle aule del Regno nelle scorse settimane.
    "Ciò che vogliamo è fare tutto il possibile per proteggere il Paese", ha tagliato corto il premier a margine di una visita a Leicester. Un obiettivo che il governo Tory punta a raggiungere scommettendo in questa fase quasi tutto su un ulteriore balzo in avanti della campagna vaccinale pur di non riproporre lo spettro del lockdown; di accantonare o almeno rinviare l'imposizione del Green pass per l'accesso a locali pubblici o eventi collettivi; e di non ripristinare per adesso nessuna delle restrizioni revocate a luglio. Salvo riservarsi, nel caso di una nuova impennata invernale di contagi (assestatisi a settembre attorno a quota 30.000 al giorno sull'isola, seppur con meno ricoveri e molti meno morti delle ondate precedenti), di poter reintrodurre nei luoghi pubblici affollati o sui mezzi di trasporto urbano il vincolo delle mascherine (in Inghilterra non più obbligatorie da nessuna parte dal 19 luglio) o l'indicazione del lavoro da casa a vasto raggio.
    Johnson ha intanto confermato che l'avvio della somministrazione di un terzo richiamo vaccinale a partire da questo mese per i vulnerabili e i più anziani andrà avanti "secondo i programmi approvati". Mentre ha insistito nell'appellarsi a quel 10% residuo di britannici adulti che non ha ancora ricevuto la prima dose a farsi avanti, poiché "purtroppo ci sono ancora persone che muoiono di Covid": quasi tutte, ha avvertito, "non vaccinate".

E' ufficiale la raccomandazione dei capi-medico (chief medical officer) del Regno Unito al governo di Boris Johnson sul via libera a una prima estensione delle vaccinazioni anti Covid anche ai bambini e ragazzi sani fra i 12 e i 15 anni. La nuova indicazione - che corregge quella più cauta di vaccinare solo gli under 16 immunodepressi o malati cronici avanzata inizialmente dai consulenti del Joint Committee on Vaccination and Immunisation britannico (JCVI) - è peraltro limitata al momento all'ok a una singola dose di vaccino Pfizer o Moderna. A formalizzare la correzione di rotta - che il governo secondo i media aveva sollecitato, per far fronte ai timori connessi alla riapertura di tutte le scuole - sono stati in un briefing Chris Whitty, chief medical officer dell'Inghilterra, il suo vice Jonathan Van-Tam, la responsabile dell'agenzia di regolazione britannica sui farmaci (MHRA), June Raine, e i chief medical officer di Scozia, Galles e Irlanda del Nord, Gregor Smith, Frank Atherton e Michael McBride. Presente pure un rappresentante del JCVI, il professor Wei Shen Lim. Il professor Whitty ha parlato di "una decisione difficile", presa adottando una sorta di via mediana in modo da cercare di "bilanciare rischi e benefici" in una fascia d'età in cui i contagi in proporzione stanno aumentando, ma restano in larga parte asintomatici o comunque non gravi; mentre ha negato un contrasto di sostanza con il JCVI. Ha poi aggiunto che si è valutato che una dose possa garantire maggiore protezione immunitaria e ridurre il timore di contraccolpi negli ambienti scolastici, mentre ha assicurato che si continuerà a monitorare con cura tutte le indicazioni sui casi di effetti collaterali attribuiti nel mondo a Pfizer e Moderna. Casi che da parte sua la dottoressa Raine ha peraltro sottolineato essere stati finora "molto rari", in particolare fra i giovanissimi. Fissato infine un meccanismo per garantire il diritto al "consenso informato" dei ragazzi.

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