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Brexit: fratello di Johnson lascia Tory: 'Diviso tra famiglia e Paese'

Sì dei Comuni alla legge anti-no deal

"Un insulto codardo alla democrazia": sono le parole con cui Boris Johnson spara a zero oggi sul leader dell'opposizione laburista Jeremy Corbyn, prendendo di mira le sue esitazioni sulla convocazione di elezioni anticipate a stretto giro nel Regno Unito di fronte allo stallo sulla Brexit, in un discorso previsto nel pomeriggio. Discorso anticipato da Downing Street che secondo la Bbc rappresenta di fatto il primo comizio elettorale del premier Tory, alla ricerca d'un via libera verso le urne.

Il governo Tory di Boris Johnson torna alla carica sulle elezioni anticipate, annunciando un nuovo voto alla Camera dei Comuni per la convocazione delle urne, dopo il mancato quorum di ieri su una prima mozione in favore del voto politico il 15 ottobre. Il nuovo tentativo è in programma per lunedì, secondo quanto reso noto oggi agli stessi deputati dal ministro dei Rapporti con il Parlamento (Leader of the House), Jacob Rees-Mogg.

Rottura anche nella famiglia Johnson sulla Brexit: Jo, fratello minore filo-Ue del premier Boris, ha annunciato oggi le sue dimissioni dall'incarico di viceministro accettato dopo l'ascesa del primogenito a Downing Street, e la sua uscita dal gruppo Tory alla Camera dei Comuni in dissenso dalla linea sulla questione di possibile divorzio no deal da Bruxelles. Jo Johnson, che si era già dimesso una prima volta dal governo di Theresa May sul dossier Brexit, ha fatto sapere di sentirsi "lacerato tra la famiglia e l'interesse nazionale".

La Camera dei Comuni ha approvato stasera anche in ultima lettura la legge anti-no deal promossa per cercare di imporre un rinvio della Brexit alla scadenza del 31 ottobre. A favore hanno votato 327 deputati, contro 299. Il risultato suggella la sconfitta dal governo di Boris Johnson sul testo. La legge tuttavia è passata con un emendamento di alcuni laburisti pro Brexit soft che lega il rinvio solo alla possibile approvazione di una versione dell'accordo di Theresa May. Ora va alla Camera dei Lord, che inizierà a esaminarla da domani.

Johnson ha reagito all'approvazione della legge anti-no deal ai Comuni presentando stasera l'annunciata mozione che chiede lo scioglimento della Camera e lo svolgimento di elezioni anticipate il 15 ottobre. Johnson introducendo la mozione ha ribadito di non voler chiedere un rinvio della Brexit e di lasciare nelle mani di Bruxelles la decisione su quando Londra "potrà lasciare l'Ue". Il premier Tory ha detto che solo il voto può stabilire chi fra lui e il laburista Jeremy Corbyn debba negoziare la Brexit. La mozione, però, come previsto, non è passata. La Camera dei Comuni l'ha bocciata con 298 sì contro 56 no. Il quorum sarebbe stato dei due terzi (434), ma le opposizioni hanno detto no alla data indicata dal premier Tory, chiedendo garanzie sull'attuazione della legge anti-no deal e su un rinvio della Brexit alla scadenza del 31 ottobre prima del voto. Rinvio che peraltro Johnson rifiuta categoricamente, lasciando la situazione ad ora in pieno stallo.

 

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