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Macron-Merkel, braccio di ferro in Ue sul dopo Juncker

Il francese cerca alleanze, Weber in salita. Roma tagliata fuori

Chi siederà sul Trono di spade europeo? La lotta per accaparrarsi il massimo scranno dell'Unione è aperta ed è braccio di ferro tra il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. A 48 ore dal voto, gli alleati di sempre mettono in campo strategie, tattiche e alleanze per due concetti diversi di Europa: a difesa dello status quo Merkel; per spingere il suo programma di riforme Macron. Per la prima volta in oltre vent'anni le elezioni di domenica hanno infranto il duopolio dei popolari e dei socialisti, che insieme non hanno più la maggioranza, aprendo così una fessura su cui Macron si è già incuneato, forgiando un drappello progressista per trattare da una posizione di forza con la cancelliera. Per mettere insieme una coalizione stabile, al Ppe e ai S&Dora occorre l'appoggio dei Liberali (Alde) o dei Verdi, o di tutt'e due insieme. Ma ogni soluzione, qualunque sarà, avrà il suo scotto da pagare. E in questo caso il prezzo è una delle poltrone chiave delle istituzioni europee. Le geometrie sono variabili, così come gli schieramenti in campo, da cui - almeno per il momento - l'Italia sembra tagliata fuori, perché M5s e Lega non appartengono a nessuna delle grandi famiglie politiche che dirigono i giochi. Ma Giuseppe Conte ha ribadito che "l'Italia è un grande Paese ed ha le chance ed è determinata ad avere il ruolo che merita". Il premier, fuori dal balletto degli incontri a margine del vertice di Bruxelles, ne ha parlato lunedì con Merkel: come Paese fondatore e potenza economica, Roma vuole un commissario di peso, se possibile in un ruolo economico. Nel governo non se n'è ancora formalmente parlato, ma si citano concorrenza e agricoltura, e si fanno i nomi dei leghisti Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia. Ma anche del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, anche se pare difficile scoprire la Farnesina in questa fase.

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