Macron a Trump, confermare accordo clima

Da Macron a Xi, passando per Obama: cresce il pressing internazionale su Donald Trump alla vigilia della "grande decisione" da lui preannunciata sull'Accordo climatico di Parigi, che in campagna elettorale aveva promesso di stracciare per le ripercussioni negative su industria e occupazione Usa. La casa Bianca in serata ha fatto intanto sapere che Trump non farà annunci sull'accordo climatico finché non sarà tornato dal G7.

''E' il segno che il presidente vuole continuare a incontrare il suo team e arrivare ad una decisione su ciò che è nel miglior interesse degli Usa'', ha osservato il portavoce sean Spicer.

Emmanuel Macron ha chiesto a Trump di non abbandonare l'accordo durante la telefonata di congratulazioni che il tycoon gli ha fatto ieri, ha riferito il portavoce del presidente eletto francese alla Cnn. Allo stesso mondo, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto in un colloquio telefonico con Macron di proteggere e confermare l'accordo sul clima di Parigi siglato a fine 2016. I due Paesi "dovrebbero proteggere gli obiettivi di governance globale, inclusi quelli sul clima", ha detto Xi, secondo il resoconto del ministero degli Esteri di Pechino. I due leader hanno concordato sulla necessità di incontrarsi "quanto prima possibile". Il presidente eletto francese ha anche ricevuto una telefonata del presidente cinese, Xi Jinping: 

Un appello è venuto anche dal predecessore di Trump, Barack Obama, che da Milano ha dichiarato: "Confido nel fatto che gli Stati Uniti continueranno a muoversi nella giusta direzione" nelle politiche sul clima. Obama ha difeso "l'impalcatura" dell'accordo di Parigi e ha osservato che ormai negli Usa le regole sulle emissioni inquinanti degli autoveicoli "sono già stabilite a livello locale". Che l'amministrazione Trump abbia idee diverse dalla sua, ha detto, "fa parte della democrazia". Ma, ha aggiunto Obama, "anche se dovessero cambiare le normative a Washington non c'è alcun produttore di auto che possa produrre un'auto che poi non possa essere venduta in California".
Secondo alcuni media, oggi era prevista una riunione decisiva alla Casa Bianca sull'accordo ma è stata rinviata a data da destinarsi. Ma anche i consiglieri e i ministri chiave di Trump sono divisi sull'argomento, tanto che e' saltata per la seconda volta alla Casa Bianca quella che doveva essere una riunione decisiva. L'incontro e' stato rinviato a data da destinarsi, su richiesta del segretario di stato Rex Tillerson, che non poteva partecipare. Nella partita si e' inserita inoltre la figlia-consigliera di Trump, Ivanka, incaricata di controllare l'iter del dossier: lei, come il marito-consigliere Jared Kushner, il segretario all'energia Rick Perry e lo stesso Tillerson, e' favorevole a rispettare l'accordo e quindi questo sara' il primo banco di prova della sua influenza sul padre.