Dopo l'arresto di 9 suoi deputati, tra cui i leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, in Turchia il partito filo-curdo Hdp lancia la sua 'secessione dell'Aventino'. Per protestare contro il giro di vite del presidente Recep Tayyip Erdogan, i parlamentari ancora a piede libero boicotteranno sia le sedute in aula che in commissione nella Grande Assemblea di Ankara. Una decisione clamorosa per il partito curdo, che solo lo scorso anno era riuscito a entrare per la prima volta in Parlamento. Per decidere i prossimi passi, ci saranno "consultazioni con il popolo in tutta la Turchia". Nel frattempo, il gruppo parlamentare continuerà comunque a riunirsi.
La decisione dell'Hdp scatena nuovi allarmi sulla situazione nel Paese, dopo che già l'Unione Europa aveva parlato di "democrazia compromessa" con l'arresto dei deputati curdi. Immediata la reazione del governo di Ankara: "Tornate indietro da questo errore, prima che sia troppo tardi. Venite in Parlamento e dite quello che volete, ma nessun politico può abusare della sua posizione per proteggere il terrorismo", ha detto il premier, Binali Yildirim. Per il suo vice, Nurettin Canikli, la decisione dell'Hdp comunque "non influenzerà negativamente l'attività legislativa", mentre il partito Akp di Erdogan sta cercando di accelerare sulla riforma costituzionale presidenzialista. Tra il presidente turco e l'Occidente la tensione resta alle stelle. "Non mi interessa se mi chiamano dittatore o in qualsiasi altro modo. Mi entra da un orecchio e mi esce dall'altro", ha detto Erdogan,