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E' morto sir Howe,l'uomo che 'spezzò' la Thatcher

In un celebre discorso nel 1990 in cui incitò Tory a rivolta

(di Benedetta Guerrera)

Ha ricoperto gli incarichi più prestigiosi dell'era Thatcher, da cancelliere dello Scacchiere a ministro degli Esteri. E all'apice della carriera ha osato sfidare la Lady di Ferro con un durissimo 'j'accuse' passato alla storia della politica inglese. E' morto a 88 anni Lord Geoffrey Howe, divenuto celebre nel 1990 per un discorso a Westminster che diede inizio alla fine della Baronessa. Se ne è andato probabilmente per un infarto, nella sua casa del Warwickshire, dopo essere stato ad un concerto jazz con la moglie Elspeth. Un'uscita in punta di piedi, in linea con la sua fama di uomo paziente e flemmatico. "Un eroe silenzioso", per il premier David Cameron, che oggi l'ha ricordato come "una persona gentile e premurosa, ma anche piena di coraggio e determinazione". "L'uomo sonnifero" per i suoi oppositori, che ne criticavano la monotonia della voce. Addirittura paragonato da un avversario ad una "pecora morta" per l'incapacità di essere aggressivo nell'agone politico, è stato l'unico in grado di pietrificare per quasi venti minuti la Lady di Ferro attaccandola su un tema che, oggi più che mai, è tornato d'attualità nel dibattito politico britannico: l'Europa. Anno 1990, i Tory erano spaccati sul futuro europeo del Regno Unito. La Thatcher aveva da poco tenuto il suo celebre discorso in cui dichiarava con forza "no, no, no" a una maggiore integrazione europea. Howe, invece, non solo era stato favorevole sin da subito all'entrata della Gran Bretagna nel Sistema monetario europeo, ma riteneva che l'integrazione fosse inevitabile. I disaccordi con il primo ministro sull'Ue avevano già procurato ad Howe, un anno prima, un 'declassamento' da ministro degli Esteri a vice premier. Ma dopo che la Thatcher dichiarò a un Consiglio europeo che il Regno Unito non sarebbe mai entrato nell'eurozona, l'ex cancelliere sbottò. E nel suo discorso di dimissioni paragonò l'approccio della Baronessa ai negoziati con l'Europa a "una squadra di cricket che entra in campo soltanto per accorgersi che le mazze con cui dovrebbe giocare sono state rotte dal capitano". Quattordici giorni dopo, la Lady di Ferro lasciava Downing Street. Modestamente, Howe dichiarò che non aveva assolutamente immaginato che la sua decisione avrebbe potuto avere tali conseguenze. Nel maggio scorso, dopo 51 anni in parlamento, l'ex cancelliere decise che era tempo di andare in pensione e pronunciò un altro discorso, meno celebre di quello di vent'anni fa ma oggi ricordato da tutti i media britannici. "Sono entrato alla Camera dei Comuni più di mezzo secolo fa. Lascio il parlamento con tanti bei ricordi e conscio del privilegio che ho avuto nel servire per così tanti anni in entrambe le Camere e al governo", disse Howe che, nato in Galles e fiero delle sue origini, una volta confessò di avere un solo grande rimpianto: non aver mai imparato il gallese.(ANSA).

 

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