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Intesa Haftar-Sarraj. Macron, 'ora la pace può vincere'

Stop armi e voto. 'Grazie Italia', oggi pm libico da Gentiloni

 Scommessa vinta. Il presidente francese, Emmanuel Macron, afferra le redini della mediazione sulla Libia incassando quello che definisce un accordo "storico" per il futuro del Paese sprofondato nel caos dopo l'intervento promosso sei anni fa dall'ex presidente, Nicolas Sarkozy contro il regime dell'ex colonnello Muhammar Gheddafi. Un forcing diplomatico reso possibile anche grazie alla presenza dell'inviato speciale dell'Onu per La Libia, Ghassan Salamé, e andato avanti fino alle 18:30, quando nel castello di La Celle Saint-Cloud, alle porte di Parigi, il leader trentanovenne si è presentato dinanzi ai media affiancato dai due ospiti antagonisti, il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli Fayez al-Sarraj e il comandante dell'Esercito nazionale libico Khalifa Haftar, riuniti per la prima volta in terra europea dopo un primo tentativo fallito a inizio maggio ad Abu Dhabi. "Oggi la causa della pace in Libia ha fatto un grande progresso, la pace può vincere. Voglio ringraziarvi per gli sforzi fatti": ha esultato il presidente, confermando l'adozione, da parte dei due 'fratelli coltelli', di una dichiarazione congiunta sull'avvenire del Paese. Un documento in dieci punti che sancisce, tra l'altro, l'impegno per un cessate il fuoco, nei fatti ancora tutto da dimostrare, e lo svolgimento di elezioni appena possibile, addirittura già "la prossima primavera", auspica lo stesso Macron. In seguito alle polemiche degli ultimi giorni per una presunta marginalizzazione dell'Italia, il capo dell'Eliseo ha tenuto a rendere omaggio al premier italiano. "Voglio ringraziare, in particolare l'Italia, il mio amico Paolo Gentiloni, che ha molto lavorato" per arrivare all'odierno risultato. Tra l'altro, dopo Parigi, Sarraj vola a Roma per un incontro domani (26 luglio, ndr) con il presidente del consiglio. Rispondendo alla domanda di un giornalista, il nuovo 'Re di Francia' ha smentito di voler mettere all'angolo il nostro Paese. "L'Italia è pienamente associata. Ieri - ha ricordato Macron - il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian era a Roma. Non esistono divergenze tra la posizione italiana e la posizione francese. E' un lavoro in comune che facciamo anche con l'Unione europea". L'Eliseo tiene ad evidenziare che l'odierna iniziativa costituisce solo il "prolungamento" degli sforzi internazionali condotti finora dall'Unione europea, l'Unione africana, ma anche da altri Paesi come, appunto, l'Italia. L'incontro - insistono a Parigi - è stato preparato con un approccio inclusivo con gli altri attori politici libici, con l'obiettivo di far emergere le condizioni di una nuova dinamica collettiva". Oltre che sotto l'egida dell'Onu sancita dalla presenza di Salamé. Tra i punti adottati nel castello de La Celle Saint Cloud, dove i due leader libici si sono spesi in una stretta di mano davanti ai fotografi, anche la creazione di una road map per la sicurezza e la difesa del territorio libico contro le minacce e i traffici di ogni tipo", incluso quello dei migranti. "Il popolo libico merita la pace", il "Mediterraneo ha bisogno di questa pace", la pace "è un imperativo", ha martellato Macron, ringraziando Sarraj e Haftar, per le "promesse fatte oggi". Resta da vedere se verranno mantenute. Sul terreno la situazione rimane catastrofica e la strada per una reale svolta è ancora piena di incognite. "Molto è stato fatto, ma molto resta da fare", riconosce il padrone di casa, assicurando ai due ospiti che farà "di tutto per accompagnare i loro sforzi".

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