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Riapre la sede diplomatica italiana in Libia. L'ambasciatore: 'Primi in Occidente a riaprire qui'

Oggi l'ambasciatore designato presenta le credenziali

"C'è sempre una situazione di rischio, ma considerato il nostro ruolo particolare in Libia abbiamo deciso di fare questo investimento politico". Lo ha detto all'ANSA l'ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone, che oggi si è insediato nella capitale libica dopo aver presentato le credenziali al premier Serraj. Perrone ha avuto un colloquio con Serraj e con il ministro degli Esteri libico, che hanno ringraziato l'Italia per essere stato il primo Paese occidentale a riaprire la propria ambasciata dal 2014.

Riapre dunque l'ambasciata italiana a Tripoli. E già ieri lo annunciava lo stesso Gentiloni con un tweet. "Impegno del governo per stabilizzare la Libia e collaborare contro i trafficanti di esseri umani", ha scritto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

"Dopo due anni l'Italia torna operativa in Libia con un ambasciatore che domani presenta le credenziali al governo locale. La riapertura dell'ambasciata è un importantissimo segnale di amicizia nei confronti di tutto il popolo libico ed è un segnale di forte fiducia nel processo di stabilizzazione di quel Paese", ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano, sottolineando che "lavoriamo per risultati concreti sui fronti del contrasto all'immigrazione illegale e al traffico di esseri umani". 

"L'ambasciatore designato", Giuseppe Perrone, "è uno dei migliori conoscitori della regione e delle tematiche politiche del Mediterraneo: ecco perché abbiamo voluto fare ricadere su di lui la scelta", prosegue Alfano. "Lavoriamo, pertanto, per risultati concreti sui fronti del contrasto alla immigrazione illegale, al traffico di essere umani e sul fronte del controllo dei punti di transito migratorio alla frontiera sud fra Libia e Niger. Compatibilmente con le condizioni di sicurezza - sottolinea inoltre il titolare della Farnesina - miriamo inoltre a migliorare l'interscambio commerciale tra i nostri due Paesi, a rafforzare il raccordo tra i nostri imprenditori e quelli libici e a promuovere le opportunità di investimento, anche nel cruciale rinnovamento delle infrastrutture estrattive e nella cooperazione bilaterale nel campo delle fonti energetiche rinnovabili e degli idrocarburi non convenzionali".

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