Un italiano - trentaseienne, nato e residente in Belgio, sposato con una nordafricana - è stato arrestato mercoledì scorso dai servizi di sicurezza dell'aeroporto di Oujda, città marocchina vicina al confine con l'Algeria. L'uomo, secondo il ministero dell'Interno marocchino, ha aderito all'Isis ed avrebbe progettato un attentato terroristico. Ora si trova in stato di fermo a Salè, vicino alla capitale Rabat. Da Roma la polizia è in attesa di maggiori informazioni dalle autorità marocchine. L'Ambasciata italiana a Rabat, spiegano fonti della Farnesina, sta seguendo il caso in stretto contatto con le autorità locali.
Secondo le notizie arrivate dal Marocco, l'italiano avrebbe cercato nel 2014 - senza successo - di unirsi ai campi del Califfato in Siria ed in Iraq, prima di rientrare in Belgio. Seguendo poi gli ordini dei leader del cosiddetto Stato Islamico sarebbe giunto in Marocco nel giugno 2015 per preparare un attacco terroristico. Il ministero fa anche sapere che l'uomo avrebbe monitorato un obiettivo sensibile a Casablanca.
Chiaramente la provenienza dal Belgio - Paese europeo in cui si sono formate le cellule terroristiche che hanno colpito Parigi e Bruxelles - ha fatto scattare l'allarme rosso negli apparati di sicurezza italiani. A quanto si apprende, l'uomo non sarebbe nella lista che comprende una novantina di 'foreign fighters' che hanno avuto in qualche modo a che fare con l'Italia. Di questi, quelli con passaporto italiano non sarebbero più di una decina.