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Obama arrivato in Etiopia, il mondo deve cambiare approccio verso l'Africa

"L'Africa crei lavoro per i giovani

"La cosa più urgente per l'Africa oggi e per i prossimi decenni è creare nuove opportunità di lavoro per le nuove generazioni". Lo ha detto il presidente americano Barack Obama intervenendo all'Unione Africa, ad Addis Abeba. "L'Africa fa passi da gigante, sempre più uomini, donne e bambini vivono in una condizione di dignità", ed ora "il mondo deve cambiare approccio verso l'Africa", per contribuire a renderlo un continente "ricco, prospero e pacifico". >

 

 

Barack Obama e' atterrato ad Addis Abeba per la seconda tappa del suo tour africano che segna anche la prima visita in Etiopia di un presidente Usa in carica. Oltre agli incontri bilaterali con il primo ministro etiope Hailemariam Desalegn ed il presidente Mulatu Teshome, Obama partecipera' ad un incontro con leader regionali (Kenya, Sudan, Etiopia, Unione Africana e Uganda) dedicato in particolare su lotta al terrorismo e Sud Sudan. Sulla visita di Obama in Etiopia e' anche alta l'attenzione delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani che sottolineano i metodi del governo etiope nella repressione del dissenso nel Paese "L'Africa è in movimento, corre: la povertà diminuisce, i redditi salgono e la classe media è in crescita". Lo ha detto Barack Obama ad un platea di imprenditori a Nairobi, secondo quanto riporta la Bbc. Oggi il presidente Usa visiterà il memoriale dell'attentato all'ambasciata Usa del 1998 e avrà un colloquio con il presidente Kenyatta sulla sicurezza. Il Kenya ha "fatto progressi incredibili" negli ultimi dieci anni, "sono fiero di voi", ha aggiunto. "Quando sono stato a Nairobi dieci anni fa, era una città diversa", ha sottolineato il presidente americano aggiungendo "ci aspettiamo grandi cose da voi". L'Africa deve essere "il motore della crescita globale", ha aggiunto rivolgendo un appello affinché le donne siano più coinvolte nella vita economica del paese. "Se metà della tua squadra non sta giocando, hai un problema".  E poi una nota più personale: "C'è una ragione per la quale mi chiamo Barack Hussein Obama".

GELO SUI DIRITTI GAY - "Sono stato coerente in tutta l'Africa: sono convinto che tutte le persone vadano trattate in modo uguale dalla legge. Devono avere la stessa protezione e lo Stato non deve discriminare". Obama risponde ad una domanda sulla situazione dei gay in Kenya al termine del colloquio con il presidente Kenyatta. "Quando si inizia a trattare le persone in modo diverso, solo perché sono diverse, quella è il momento in cui si comincia ad erodere la libertà: come afroamericano, so cosa accade quando le persone vengono trattate in modo diverso dalla legge".  Ma, secondo Kenyatta, questa non è la principale preoccupazione dei keniani. 

LA VISITA DI OBAMA IN KENYA - Visita ufficiale di Obama in Kenya, la prima nel paese africano di un presidente Usa in carica. "Gli Stati Uniti devono essere presenti, per promuovere i valori cui crediamo". Cosi', mentre sullo sfondo resta il viaggio nella terra degli avi, l'inquilino della Casa Bianca insiste nel presentare la visita - con una tappa anche in Etiopia - come un'opportunità e un'apertura cruciale per gli Stati Uniti, nel tentativo di 'recuperare' in un territorio che ha attratto poco l'attenzione americana e dove la Cina è già arrivata. "Sarò il primo presidente degli Stati Uniti non solo a visitare Kenya ed Etiopia - ha detto in un'intervista rilasciata alla Bbc poco prima di partire dagli Usa - ma a rivolgermi al continente intero, sull'onda del summit africano che è stato storico e che ha, credo, rafforzato i rapporti già solidi che abbiamo nel continente". A partire dai rapporti commerciali, obiettivo che fa della visita una 'missione', data anche la folta delegazione al seguito che, mentre il presidente parlerà alla platea del Global Entrepreneurship Summit e incontrerà il presidente Uhuru Kenyatta, avrà il compito di centrare l'obiettivo di Washington, ovvero siglare accordi che facilitino investimenti in Kenya per le società americane. La Cina lo ha già fatto: il corteo presidenziale che nelle prossime ore attraverserà la capitale keniana viaggerà lungo strade costruite dai cinesi, così come lo sono molti degli edifici in cui nei prossimi giorni la delegazione americana terrà riunioni e contatti, compresa la sede dell'Unione Africana. "Vediamo con favore gli aiuti cinesi in Africa. Crediamo sia una cosa buona. Non vogliamo scoraggiarli - ha detto ancora Obama - ma quello che mi preme è assicurare che i benefici arrivino anche ai comuni cittadini e non siano solo per pochi. Credo quindi che possiamo dare forma ad un'agenda in cui Cina, Europa e Stati Uniti lavorino insieme su queste questioni".

Potenziare i rapporti commerciali come elemento chiave anche nella lotta al terrorismo, secondo Obama. "Credo che quando la gente vede opportunità, se ha un senso di controllo sul suo destino, allora è meno vulnerabile rispetto alla propaganda e alle ideologie distorte". E' una visita questa in cui il 'capitolo sicurezza' ha richiesto senz'altro impegni ulteriori per l'intelligence e per le forze sul terreno. L'allarme è stato anche evocato da una 'fuga di notizie' sui dettagli del piano di viaggio del presidente, dopo che sono stati pubblicati gli orari di arrivo e partenza a Nairobi dell'Air Force One. E' stata la consigliere per la sicurezza nazionale Susan Rice ad intervenire per ridimensionare l'episodio che, ha detto, "non ha in alcun modo influito sull'approccio del viaggio o sui dettagli del programma". Poi il nodo dei diritti umani, dei diritti dei gay in particolare, su cui Obama assicura che non intende tirarsi indietro: "Non sono un fan della discriminazione di nessuno, sulla base di razza o religione o orientamento sessuale o genere", ha ricordato. La visita 'da presidente' in primo piano quindi, ma senza dimenticare la famiglia. Le immagini gia' al suo arrivo sono eloquenti: appena sbarcato dall'Air Force One e' stato accolto dalla sorellastra Auma, che lo ha abbracciato calorosamente, oltre che dal presidente Uhuru Kenyatta e altri alti dignitari keniani. Poi una 'cena in famiglia': una trentina di persone sedute in due lunghe tavolate e nel mezzo Barack Obama con accanto a destra la nonna nota come 'Mama Sarah' e a sinistra la sorella Auma Obama.

   

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