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Il Papa: "Far cessare questa guerra ripugnante"

"Massacro insensato che non ha giustificazioni. Le bombe sui civili una crudeltà disumana e sacrilega". Ambasciatore ucraino presso la Santa Sede: "Se il Papa venisse a Kiev si fermerebbe il conflitto"

"Non si arresta purtroppo la violenta aggressione contro l'Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c'è giustificazione per questo. Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante". Lo ha detto papa Francesco all'Angelus, applaudito dai fedeli.

In Ucraina "anche questa settimana missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte", ha ricordato papa Francesco all'Angelus. "Tutto questo è disumano, anzi è anche sacrilego - ha quindi affermato - perché va contro la sacralità della vita umana. Soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia". "Non dimentichiamo - ha ribadito il Pontefice -, è una crudeltà, disumana e sacrilega. Preghiamo in silenzio per quanti soffrono".

"So che i tempi sono difficili ma, se il Papa poggiasse i piedi sulla terra ucraina, sarebbe ciò che il Paese desidera maggiormente. Nei giorni scorsi i premier di Slovenia, Polonia e Repubblica Ceca hanno visitato Kiev e hanno mostrato che ciò è possibile. La società ucraina ritiene che, se il Papa venisse in Ucraina, la guerra si fermerebbe. È un sentimento collettivo e sincero. Voglia il Signore che questo sogno possa realizzarsi...". E' l'appello lanciato in un'intervista ad Avvenire dal nuovo ambasciatore dell'Ucraina presso la Santa Sede, Andriy Yurash. "Siamo commossi per il costante sostegno che il Paese sta ricevendo dalla Sede Apostolica", afferma Yurash, che mercoledì ha partecipato alla messa per la pace presieduta nella Basilica di San Pietro dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, alla presenza del corpo diplomatico. E di Parolin l'ambasciatore parla per elogiare l'impegno della diplomazia vaticana: "Anche negli ultimi giorni il cardinale ha ribadito l'urgenza di aprire i negoziati facendo sedere le parti intorno allo stesso tavolo. Ma sfortunatamente non c'è una risposta positiva da parte della Russia". Poi ringrazia papa Francesco che "in questa terribile situazione è una delle figure di riferimento più care alla nostra nazione, anche ai non cattolici, e ogni suo gesto è considerato d'aiuto alla popolazione che lotta per l'indipendenza e per la difesa della sua identità europea". In più occasioni il diplomatico lo ripete nella conversazione con Avvenire: "Grazie Santo Padre. Grazie alla Santa Sede per ogni azione, anche futura, di supporto". E sul fatto che la Santa Sede si è proposta di essere mediatore nel conflitto, "ringrazio il cardinale Parolin per l'iniziativa - risponde l'ambasciatore -. L'idea vaticana di favorire i negoziati fra Russia e Ucraina era già emersa due anni fa e aveva trovato il sostegno del presidente ucraino. Adesso dico che occorre compiere ogni sforzo per convincere la Russia ad avviare le trattative".
   

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