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Navalny: Corte Strasburgo condanna Russia per danni morali

Violato il diritto a manifestare pacificamente

La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato la Russia a pagare 8.500 euro per danni morali ad Aleksey Navalny per la violazione dei suoi diritti avvenuta nel 2012.
    Il 6 maggio di quel anno Navalny stava manifestando nella piazza moscovita di Bolotnaya, quando fu arrestato "brutalmente", tenuto in detenzione amministrativa per oltre 15 ore, e poi processato. Nella sentenza, che diverrà definitiva tra 3 mesi se le parti non domandano un nuovo giudizio, la Corte di Strasburgo ha stabilito che "sulla base di un video del suo arresto, Navalny è stato vittima di un trattamento degradante" perché nonostante non si veda l'uomo opporre resistenza, uno dei poliziotti gli torce un braccio fino a farlo urlare. I giudici della Cedu ritengono inoltre che la detenzione amministrativa di Navalny sia stata "ingiustificata e arbitraria" perché l'oppositore politico poteva essere rilasciato subito dopo la stesura del verbale, invece di essere trattenuto per oltre 15 ore. La Corte afferma poi che il processo non è stato equo perché i tribunali nazionali hanno rifiutato le "prove dell'imputato e hanno fondato la sentenza esclusivamente su documenti standard presentati dalla polizia. Infine la Cedu afferma che la Russia ha violato il diritto di Navalny a manifestare, non solo perché non ha assicurato che la manifestazione a piazza Bolotnaya potesse tenersi pacificamente, ma anche perché la detenzione , il processo e la condanna dell'uomo hanno costituito un'interferenza con il diritto a manifestare. Inoltre a Strasburgo affermano che "l'arresto brutale di Navalny e la sua condanna, dovevano avere l'effetto di scoraggiare lui ed altri dal partecipare a proteste e a impegnarsi attivamente nell'opposizione politica".

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