Il dipartimento dei Trasporti britannico ha speso oltre 100 milioni di sterline per rafforzare i collegamenti commerciali via ferry con il resto d'Europa ed alleviare così potenziali problemi in caso di un'uscita del Paese dall'Ue senza un accordo con Bruxelles. Il governo, scrive il Guardian, ha speso 107,7 milioni di sterline (oltre 118 milioni di euro) in contratti con tre società in vista di un possibile aumento dei controlli nei porti britannici dopo la Brexit che potrebbero "causare ritardi nelle consegne di merci di importanza critica" nel caso di un mancato accordo. I contratti, che servirebbero ad allentare la pressione sul porto di Dover, sono stati firmati con la francese Brittany Ferries (46,6 milioni di sterline), la danese DFDS (47,3 milioni) e la britannica Seaborne Freight (13,8 milioni). I collegamenti addizionali corrisponderebbero a circa il 10% del traffico attuale sullo Stretto di Dover e coinvolgerebbero i porti di Poole, Portsmouth, Plymouth, Immingham e Felixstowe.