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50 anni fa il massacro di My Lai, pagina nera del Vietnam

Sopravvissuti ricordano la strage,esercito Usa uccise 350 civili

(di Valeria Robecco) 

"Hanno ucciso persone senza alcun sentimento. Mentre giacevano a terra, loro ridevano". Sono passati 50 anni dal massacro di My Lai (o Son My), durante la guerra del Vietnam, quando l'esercito statunitense uccise circa 350 civili inermi, ma Pham Thanh Cong le immagini di quel giorno le ha ancora fisse nella mente. Il 61enne, direttore in pensione del museo commemorativo di Son My, e' uno dei sopravvissuti alla mattanza, in cui perse la madre, tre sorelle e un fratello.
    Mentre erano rannicchiati nel loro rifugio antiaereo, i soldati li hanno uccisi prima di lanciare una granata nel bunker. Cong s'è salvato perché i corpi dei suoi familiari lo hanno protetto.
    Pham Thi Thuan, invece, stava cucinando quando gli americani hanno iniziato ad uccidere i suoi vicini: si e' nascosta con altri 170 vietnamiti e i due figli piccoli vicino ad un canale, e quando i soldati hanno aperto il fuoco, i tre sono caduti nell'acqua. Anche in questo caso, i cadaveri li hanno protetti: tra coloro che si erano rifugiati lì vicino, solo in sei (tra cui Thuan e i bimbi) sono sopravvissuti. La donna, però, ha poi lodato il miglioramento delle relazioni tra Usa e Vietnam, a partire da quando sono stati ristabiliti i rapporti diplomatici, nel 1995.
    Il massacro di My Lai e' avvenuto il 16 marzo 1968, quando i soldati della Compagnia C dell'esercito Usa guidati dal sottotenente William Casey furono incaricati di sradicare i Vietcong nella provincia di Quang Ngai, e uccisero 347 civili inermi, principalmente vecchi, donne, bambini e anche neonati.
    La strage fu fermata dall'equipaggio di un elicottero statunitense in ricognizione, che atterrò tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, sottufficiale Hugh Thompson, affrontò le truppe, ordinando di puntare le armi contro di loro e di aprire il fuoco se non si fossero fermate. I soldati a quel punto si fermarono, e Thompson fece evacuare i civili sopravvissuti.
    Secondo un ufficiale dell'esercito sudvietnamita, il massacro fu la vendetta per uno scontro a fuoco con truppe Vietcong che si erano mischiate ai civili. Sebbene 26 militari americani siano stati accusati di crimini di guerra, solo il comandante del plotone, il sottotenente Calley, è stato condannato all'ergastolo per omicidio. Calley ricevette tuttavia un atto di indulgenza da parte del Presidente Richard Nixon, e scontò tre solo anni e mezzo di arresti domiciliari a Fort Benning, in Georgia. Nel 2009, Calley si e' per la prima volta scusato pubblicamente: "Non passa giorno che non provi rimorso per quello che è successo a My Lai - ha detto - provo rimorso per i vietnamiti che sono stati uccisi, per le loro famiglie, per i soldati americani coinvolti e i loro cari". (ANSA).
   

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