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Russiagate, Cnn, Manafort ha 3 passaporti americani

Ognuno con un nome diverso . I social network dovrebbero rivelare che i tentativi di manipolazione russa sulle elezioni Usa sono stati molto piu' vasti di quanto si pensasse fino ad ora.

Paul Manafort, l'ex manager della campagna di Donald Trump accusato nell'ambito delle indagini sul Russiagate, ha 3 passaporti americani, ognuno con un nome diverso. Inoltre, ha viaggiato in Messico, Cina e Ecuador con un cellulare e un'email registrati sotto falso nome. Lo riporta la Cnn.

Intanto in un email George Papadopoulos, l'ex volontario della campagna di Donald Trump che sta collaborando dopo essersi dichiarato colpevole di aver mentito all'Fbi, ha affermato che lo staff della campagna elettorale di Trump approvò un incontro pre-elettorale con rappresentati del presidente russo Vladimir Putin. L'email risale al 14 luglio 2016 ma non ci sono indicazioni che l'incontro sia mai avvenuto. L'email è contenuta in una dichiarazione giurata citata da un agente dell'Fbi ma non è inclusa nei documenti depositati in tribunale sulla sua dichiarazione di colpevolezza e sulla sua cooperazione con il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller.

Sono iniziate ieri al Congresso le audizioni dei rappresentanti di Facebook, Twitter e Google davanti alle commissioni parlamentari che indagano sul Russiagate. Secondo i media, i dirigenti dei social network dovrebbero rivelare che i tentativi di manipolazione russa sulle elezioni Usa sono stati molto piu' vasti di quanto si pensasse fino ad ora. Da una deposizione scritta targata Fb, emerge che circa 126 milioni di americani ha ricevuto su Facebook contenuti 'sostenuti' dalla Russia durante la campagna del 2016. Google ha già reso noto di aver scoperto alcune prove di tentativi di abuso delle proprie piattaforme durante le elezioni Usa del 2016, collegati alla Internet Research Agency in Russia.  L'agenzia citata da Google, nata a San Pietroburgo tre anni fa, sarebbe una "fabbrica di troll" volta a diffondere fake news, e secondo gli investigatori americani che lavorano sul Russiagate sarebbe stata finanziata dall'oligarca Ievgheni Prigozhin, noto con il soprannome di 'chef di Putin'. Due account relativi al gruppo legato al Cremlino risultano aver speso 4.700 dollari in inserzioni sulle piattaforme di Google durante il periodo della campagna per le elezioni presidenziali statunitensi. Tra le piattaforme usate c'è YouTube, dove Google ha spiegato di aver scoperto 18 canali che nel periodo delle presidenziali hanno veicolato 1.108 video, per un totale di 43 ore di contenuti. Le visualizzazioni complessive sono state 309mila. Solo il 3% dei filmati ha ottenuto più di 5mila visualizzazioni.

Trump su Twitter, torna a intervenire sul caso Manafort, l'ex manager della sua campagna accusato nell'ambito delle indagini sul Russiagate, e dice che Le Fake News stanno facendo gli straordinari. Come ha detto il legale di Paul Manafort 'non c'e' collusione' e gli eventi si riferiscono'' a molto tempo fa.  Il Usa chiama Papadopoulos "bugiardo" in un tweet questa mattina, e scrive: "Poche persone conoscevano il giovane volontario di basso livello di nome George, che ha già dimostrato di essere un bugiardo. Controllate i DEM!

La Russia, intanto, fa sapere di non sentirsi "assolta" dalle accuse mosse contro Paul Manafort poiché non si è mai considerata "colpevole". "Sin dall'inizio abbiamo espresso la nostra assoluta incomprensione per le accuse infondate di essere coinvolti nell'effimera intromissione nelle elezioni americane", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. "Osserviamo con interesse" quanto accade a Washington e speriamo che le indagini non portino a un "inasprimento della russofobia". Per Mosca, le dichiarazioni di George Papadopoulos (che ha ammesso di aver mentito all'Fbi sui suoi contatti con i rappresentanti russi), sono accuse ridicole, dichiarazioni ridicole, di bassa lega, infondate e gratuite".

Per il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, le accuse rivolte a Mosca di aver interferito nelle presidenziali americane dello scorso anno nonché in altre elezioni in alcuni paesi europei sono solo "fantasie" e non sono confermate da "una singola prova": lo ha dichiarato . "Come sapete - ha detto il capo della diplomazia russa - senza una singolo frammento di prova siamo stati accusati di interferenze nelle elezioni non solo negli Usa ma anche nei paesi europei. Sono recentemente state sollevate accuse secondo cui Mosca sta decidendo quale ministro dovrebbe essere nominato in Sudafrica. In generale - ha concluso Lavrov - non c'è limite alla fantasia".

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