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La Nigeria in festa riabbraccia le ragazze di Chibok

Ma oltre 100 restano in mano a Boko Haram. Liberati 5 jihadisti

(dell'inviato Marcello Campo)
- ABUJA (NIGERIA)
- Una lunga fila di ragazze con la maglietta della croce rossa internazionale mentre salgono su un elicottero militare. E' la prima storica immagine twittata oggi dalla Croce Rossa Internazionale delle 82 ragazze liberate ieri pomeriggio dai terroristi di Boko Haram in cambio del rilascio da parte del governo di cinque comandanti islamisti. Sono una parte delle 276 studentesse rapite dalla loro scuola di Chibok, di notte, il 14 aprile del 2014. Cinquantasette riuscirono a scappare subito, proprio mentre cercavano di portarle via. Ma poi, delle "Chibok gilrs", come vennero ribattezzate nel mondo, per più di tre anni, non se n'è saputo più nulla. Della loro tragedia si occupò anche Michelle Obama lanciando una campagna internazionale sui social, con tanto di hashtag #BringBackOurGirls, ridiventato virale oggi sui social in tutto il mondo. Sospiro di sollievo anche in Italia. "Grande gioia per le 82 studentesse liberate in Nigeria. Il terrore può essere sconfitto. Ora liberazione di tutte le altre!", ha commentato su Twitter il ministro degli Esteri, Angelino Alfano.
    Purtroppo 113 di loro si trovano ancora nelle mani dei terroristi jihadisti che imperversano nella zona nord est della Nigeria. E la stessa Croce Rossa, accanto alla foto, le ricorda così: "Un felice auspicio per le famiglie di chi è ancora catturato". Secondo fonti locali, sono tutte molto magre, due di loro sono mutilate, una a una gamba, l'altra a una mano. E c'è anche chi porta con sé un figlio di due anni, evidentemente concepito durante la prigionia. Il rilascio è stato possibile grazie al negoziato tra il governo nigeriano del presidente Buhari e i terroristi, e la mediazione durata mesi della Croce Rossa Internazionale e del governo svizzero. Ma oggi, ad Abuja, la capitale del Paese più popoloso d'Africa, è comunque festa per il ritorno dall'inferno di queste sopravvissute. Le ragazze sono state accolte dal capo dello staff presidenziale all'aeroporto. Tanti sorridono per strada, sono felici di condividere un commento. "In giornate come queste sono orgoglioso di essere nigeriano", gioisce un ragazzo. Altri storcono la bocca: "Siamo tutti contenti per loro, ma c'è poco da essere allegri...". In effetti, come accadde già a ottobre, quando furono liberate una ventina di giovani sempre in cambio di terroristi detenuti, il governo è tornato a negoziare apertamente con il gruppo terrorista di fatto legittimando il loro potere incontrastato nelle province del nord est. Un problema grave per un Paese in travolgente crescita demografica che tra pochi decenni potrebbe avere più abitanti degli Stati Uniti, ricchissimo di petrolio e di investimenti stranieri ma ancora poverissimo, con un reddito medio di 2 dollari al giorno, da cui ancora oggi migliaia di ragazze scappano vittime dei trafficanti per finire sui nostri marciapiedi.
   

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