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Il killer di Facebook si suicida dopo un inseguimento

Braccato dalla polizia. Zuckerberg:'Impegno contro violenza web'

WASHINGTON - Si è conclusa dopo tre giorni con un inseguimento della polizia e il suicidio del ricercato la gigantesca caccia all'uomo sospettato di aver ucciso a caso un pensionato a Cleveland, Ohio, e di aver postato poi in rete le immagini del brutale delitto, rimaste su Facebook per quasi tre ore. Con un'inevitabile ondata di sdegno e di polemiche sulla violenza nelle reti sociali, tanto da indurre oggi l'ad di Fb Mark Zuckerberg a promettere un nuovo impegno "per prevenire tragedie come queste".

Steve Stephens, 37 anni, operatore di un centro per bambini disagiati, è stato segnalato vicino ad un incrocio nella contea di Erie, Pennsylvania, da un cittadino che ora incasserà la taglia di 50 mila dollari offerta dalle forze dell'ordine. La polizia lo ha localizzato poco dopo cominciando un inseguimento durato per oltre tre km. Poi, con una manovra da dietro, ha messo la sua auto fuori controllo e a questo punto Stephens ha deciso di spararsi. Una scelta che impedirà di chiarire il motivo dell'uccisione a freddo del 74enne Robert Goodwin mentre raccoglieva lattine dalla strada per passione. Finora il motivo di questo folle gesto sembrava legato alla rottura con la fidanzata, come suggerisce il video postato su Fb, ma da altri filmati condivisi dallo stesso Stephens è emersa anche la sua disperazione per debiti di gioco. I famigliari della vittima comunque lo avevano perdonato prima che si togliesse la vita.

A loro sono andate le condoglianze anche di Mark Zuckerberg: "Il nostro cuore è con la famiglia e gli amici di Robert Goodwin", ha detto il fondatore di Facebook. "Faremo tutto quello che possiamo per prevenire tragedie come queste", ha aggiunto, riconoscendo che "Facebook ha molto lavoro da fare" e confermando così una conversione a 360 gradi da quando, meno di un anno fa, aveva rifiutato di assumersi la responsabilità dei contenuti postati su quella che definiva solo una 'tech company' e non una 'media company'.

Ieri anche Justin Osofsky, vicepresidente di Fb per le operazioni globali, aveva ammesso la necessità di "fare di più", ossia elaborare un sistema più rapido e più efficace di segnalazione. Che per ora è affidato agli utenti. Difficile però controllare 3,3 milioni di post al minuto in una rete con quasi 1,9 miliardi di utenti. E se in alcuni casi è stato possibile bloccare il caricamento di alcune immagini pornografiche e terroristiche (i pixel della pelle nuda vengono riconosciuti automaticamente, come i passamontagna dei miliziani islamisti e le tute arancioni dei prigionieri), per ora non si intravede come fermare suicidi e omicidi, tanto più se trasmessi live.
   

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