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Addio a 'Jane Roe', apripista battaglie aborto negli Usa

Cristiana rinata anni '90, era diventata 'pro vita'

(di Alessandra Baldini)

- NEW YORK - In una casa di riposo di Katy in Texas si e' chiusa la vita di Norma McCorvey, che a 22 anni, con lo pseudonimo di "Jane Roe", divenne l'apripista della legalizzazione dell'aborto negli Usa. Disperata per una gravidanza non voluta, vittima di poverta' e droghe, la McCorvey divenne nel 1973 il simbolo del diritto di scelta delle donne di ottenere un aborto: diritto che da anni, e soprattutto in questi giorni, e' finito sotto assedio della destra religiosa e delle amministrazioni repubblicane statali e federali, tra cui quella di Donald Trump. Complicata protagonista di decenni di battaglie ideologico-religiose, tra appelli e contro-appelli la McCorvey diede alla fine alla luce il bambino che non voleva far nascere.
    "Jane Roe" e' morta di cuore, ha confermato Joshua Prager, un giornalista che sta scrivendo un libro su "Roe contro Wade", come si chiamo' all'epoca l'azione legale che nel 1973 porto' ad accordare la tutela della Costituzione al diritto delle donne di scegliere se abortire o meno. Norma aveva fatto causa nel 1970, senza immaginare la portata che avrebbe avuto il suo caso: dal 1973, quando i giudici Usa le diedero ragione inserendo il diritto di scelta in quello costituzionale alla privacy negli Usa sono stati effettuati 50 milioni di aborti. Nata dal matrimonio fallito di una cameriera e di un soldato, la protagonista involontaria delle grandi battaglie morali e sociali dell'America in questo mezzo secolo, ne aveva viste di tutti i colori da giovane: era stata una bimba maltrattata, una teen-ager stuprata, una sposa bambina, una ragazza madre.
    Si era prostituita, aveva bevuto fino a perdere i sensi e venduto droga. Per due decenni era stata lesbica dichiarata. Per anni dopo la sentenza, "Jane Roe" aveva vissuto sotto pseudonimo tenendo nascosto il suo ruolo perfino a Connie Gonzalez, la donna con cui aveva avuto una trentennale relazione. Nel 1989 Norma aveva scelto di uscire allo scoperto mettendo la sua vera identita' di donna e di lesbica a servizio dei movimenti per l'aborto. Un altro colpo di scena quasi dieci anni dopo: nata cattolica, si era riavvicinata al cristianesimo dopo aver visto "la presenza costante, devota e pacifica, degli anti-abortisti cattolici davanti alle 'fabbriche degli aborti'". Il tumultuoso slalom di Norma tra ideologie e valori si era così concluso nelle braccia dei suoi arci-nemici: i militanti delle organizzazioni che si battono per il diritto alla vita che non furono mai veramente convinti della sua "provata fede": secondo il reverendo Flip Benham che l'aveva ribattezzata in una piscina circondata dai crociati di "Operazione Rescue" Norma era una donna che "andava in caccia di soldi". (ANSA).
   

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