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>ANSA-BOX/ Francescani visitano cimitero Aleppo,razzi anche qui

Padre Ibrahim, 'in 5 anni nessuno ha potuto portare un fiore'

 Per la prima volta dopo cinque anni i francescani hanno potuto rivedere il cimitero di Aleppo, in Siria. Nessuno aveva potuto metterci piede in questi mesi di guerra. "Molte tombe sono abbandonate. Nel corso di questi cinque anni le famiglie non hanno potuto visitare le tombe dei loro cari defunti, pregare, accendere una candela o portare fiori". A parlare è padre Ibrahim Alsabagh, parroco nella chiesa latina di San Francesco ad Aleppo. Nel cimitero "alcune tombe sono state danneggiate dai missili, altre dalla pioggia e dall'incuria", visto che il cimitero è rimasto chiuso. Non sembrano esserci - dice ancora il francescano - segni di profanazione. E' necessario però fare lavori di sistemazione e riparazione, dalla cinta muraria alla cappella, fino alla risistemazione delle tombe distrutte, prima che il cimitero sia nuovamente agibile ai parenti dei defunti.
    "Per quanto riguarda il nostro cimitero - aggiunge - ora abbiamo un'altra sfida. Con l'inizio della guerra abbiamo perso la possibilità di seppellire i nostri morti. Così il Governo aveva temporaneamente dato un terreno di sepoltura per tutti i riti cristiani. Ora è il momento di trasferire centinaia di corpi al cimitero. Poiché si tratta di un'opera di misericordia, abbiamo detto a tutti i fedeli che sarà la nostra parrocchia a coprire le spese senza lasciare che le famiglie povere paghino".
    Fra Ibrahim lancia così un appello a chi vorrà dare un aiuto.
    Tra le organizzazioni impegnate c'è Aiuto alla Chiesa che Soffre, la fondazione pontificia che sostiene i cristiani che vivono in situazioni di guerra e persecuzione. "Negli oltre cinque anni di guerra - sottolinea Alessandro Monteduro, direttore di Acs-Italia - Aleppo è stata martoriata e quasi totalmente distrutta". Per quanto riguarda la situazione dei cristiani in particolare, "se ad agosto 2012 erano 120mila, oggi sono 35mila ma la Chiesa non ha mai abbandonato la popolazione fornendo assistenza anche materiale. Padre Ibrahim, come anche suor Guadalupe o padre Rodrigo e tanti altri bussano alla porta di centinaia di famiglie per portare non solo il conforto cristiano ma anche gli aiuti che stanno consentendo loro di sopravvivere". Acs ha lanciato una raccolta fondi per aiutare 2mila famiglie che hanno bisogno di cibo, acqua potabile, gasolio, vestiti e medicinali.(ANSA).
   

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