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Israele: polizia Haifa, si può rientrare nelle case Israele devastata dagli incendi, a Haifa 80mila evacuati

Israele devastata dagli incendi

La polizia israeliana ha annunciato che possono rientrare nelle loro case tutte le persone a cui era stato ordinato di lasciare le abitazioni a causa degli incendi. Secondo stime dei media le persone coinvolte sono state circa 80mila.

Al quarto giorno di incendi in Israele, le fiamme hanno raggiunto le colline di Beit Meir a dieci chilometri circa da Gerusalemme, mentre a Haifa la situazione - complice una diminuzione del vento - sembra essere sotto controllo e la polizia israeliana ha annunciato che possono rientrare nelle loro case tutte le persone a cui era stato ordinato di lasciare le abitazioni a causa degli incendi, 80 mila, secondo le stime. Ma i pompieri consigliamo alla gente di non tornare per il momento a casa. Intanto la polizia e le forze di sicurezza hanno fatto sapere di aver fermato circa 12 persone, in gran parte palestinesi dei Territori, nel sospetto di aver contribuito alle fiamme o di aver istigato agli incendi sul web. D'altro lato, i vigili del fuoco della città palestinese di Jenin, nel nord della Cisgiordania, hanno raggiunto Haifa per dare una mano ai loro colleghi israeliani. All'opera di spegnimento degli incendi concorrono gli aerei inviati da Cipro, Italia, Grecia, Croazia, Russia, Stati Uniti e Francia. Il premier Benyamin Netanyahu ha ammonito che "l'incendio doloso è terrorismo, e come tale sarà trattato". Dalle zone centrali del paese intorno a Gerusalemme, a Modiin, passando per Zichron Yaakov a nord di Tel Aviv fino ad Haifa è un'immensa colonna di fumo con trasporti interrotti, case abbandonate, scuole e asili chiusi, strade sbarrate, prigioni svuotate e, secondo alcune stime, con oltre 100 persone costrette alle cure del pronto soccorso. Ad ora non sono segnalate vittime: un fatto rivendicato da Netanyahu con la prontezza e l'abilità degli interventi. Non sono pochi a parlare di miracolo, vista l'ampiezza dei fuochi. Lo Stato ebraico ha denunciato la campagna di soddisfazione per la situazione apparsa sui siti arabi dove - come ha segnalato l'ufficio del primo ministro - si inneggia all'incendio e uno degli hashtag più diffusi è 'Israele brucia'.

   

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