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Serbia, tragedia della gelosia: 5 morti, 20 feriti in una sparatoria

Quando un uomo è entrato in un caffè nel nord del paese

Cinque persone sono state uccise e almeno 20 sono rimaste ferite quando un uomo è entrato in un caffè nel nord della Serbia e ha cominciato a sparare sui clienti con un Kalashnikov. 

La strage e' avvenuta alle 01:40 ora locale, nel villaggio di Zitiste. Come riferito da alcuni testimoni alle tv, l'omicida, il 38enne Z.S., e' entrato nel caffè 'Makijato' dove ha visto la moglie con un gruppo di amici. E' quindi corso a casa tornando con un kalashnikov con il quale ha aperto il fuoco sui presenti. A cadere sotto la pioggia di proiettili sono state per prime la moglie e un'altra donna, probabilmente una sua amica, poi l'uomo ha fatto fuoco sul resto dei clienti presenti nel locale. Sembra che tra i feriti vi siano almeno tre minorenni.

Delle cinque vittime due sono morte sul colpo, le altre tre in ospedale, dove sono stati condotti i circa venti feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. Secondo il ministro dell'interno serbo Nebojsa Stefanovic, giunto rapidamente sul posto, all'origine della tragedia vi sarebbe la gelosia dell'uomo, che ha sparato con un'arma posseduta illegalmente. Per questo il ministro ha lanciato un appello alla popolazione a consegnare le armi illegali, che parte della popolazione nei Balcani detiene ancora in grande quantita' in conseguenza delle guerre degli anni novanta. Stefanovic ha detto che l'uomo che ha compiuto la strage era una persona senza alcun precedente penale e che mai prima aveva avuto problemI con la polizia

Piaga femminicidio - La strage di oggi in Serbia compiuta da un uomo che per gelosia ha ucciso la moglie ed altre quattro persone in un bar ha riportato alla ribalta la piaga del femminicidio che anche nel paese balcanico è un problema grave. Dall'inizio dell'anno 16 donne sono state uccise in episodi di violenza maturati in ambito familiare ad opera di mariti o compagni. Prima di quest'ultima esplosione di violenza a Zrenjanin, nel nord del Paese, l'ultimo episodio risale a ieri sera a Knjazevac, localita' nel sudest della Serbia presso il confine bulgaro, dove un uomo, dopo un violento litigio, ha ucciso a coltellate la moglie e ha tentato poi di suicidarsi tagliandosi le vene. Si è però salvato ed è stato arrestato. Zorana Mihajlovic, vicepremier e ministro dei trasporti che è alla guida anche di uno speciale comitato governativo per la parità dei sessi, ha lanciato oggi un allarme per l'intensificarsi degli episodi violenti che vedono le donne come prime vittime. E' necessario, ha detto, un maggiore controllo sulle armi possedute dai cittadini, molte delle quali illegalmente. Ieri il governo di Belgrado ha annunciato un'azione di legalizzazione delle tante armi detenute ancora illegalmente dalla popolazione, conseguenza dei conflitti armati degli anni novanta nella ex Jugoslavia. Secondo una organizzazione di donne che combattono la violenza, in Serbia (che ha una popolazione di circa 7,5 milioni) ogni anno vengono uccise in ambito familiare fra 30 e 40 donne.

Azione governo per legalizzazione armi clandestine - Da ieri primo luglio e fino al primo novembre in Serbia è possibile legalizzare le armi e le munizioni detenute illegalmente dalla popolazione. Il ministero dell'interno ha diffuso una direttiva che invita le persone fisiche e giuridiche a presentarsi al più vicino posto di polizia con le armi possedute senza autorizzazione. Quelle di grosso calibro, a canna lunga e i Kalashnikov verranno sequestrate, le altre (pistole, revolver, carabine) potranno essere registrate e legalizzate presentando una apposita domanda per motivi di caccia o attività sportive. Poi chi verrà trovato in possesso di armi illegali sarà arrestato. In Serbia e negli altri Paesi dei Balcani simili azioni di legalizzazione e sequestro delle armi illegali vengono compiute periodicamente alla luce della enorme quantità di armi ancora in circolazione, conseguenza dei conflitti armati degli anni Novanta nella ex Jugoslavia. In quegli anni e nel periodo immediatamente successive in tutti i Paesi della regione era possibile acquistare liberamente al mercato per pochi soldi ogni tipo di arma e munizioni. 


   

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