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Venerdì Santo: i riti nel mondo

"Come non vedere il volto del Signore in quello dei milioni di profughi,che fuggono disperatamente dall'orrore delle guerre"

 Il Venerdì santo è uno dei  giorni che per i cattolici rappresenta il culmine dell'anno liturgico e il mistero della morte e risurrezione di Cristo.

Questa ricorrenza viene osservata con speciali pratiche e riti dai fedeli di molte confessioni cristiane.

Come nel Mercoledì delle ceneri, i fedeli sono invitati all'astinenza dalla carne o al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto durante la giornata.

Papa Francesco presiede la sua quarta Via Crucis che andrà in onda in diretta Mondovisione dal Colosseo di Roma

Ecco i testi della Via Crusis, i profughi nel volto di Cristo

"Come non vedere il volto del Signore in quello dei milioni di profughi, rifugiati e sfollati che fuggono disperatamente dall'orrore delle guerre, delle persecuzioni e delle dittature?". Ci sono i drammi del nostro tempo nelle meditazioni che il cardinale Gualtiero Bassetti ha scritto sul tema "Dio e' misericordia" per la Via Crucis del Venerdì Santo che papa Francesco presiederà questa sera al Colosseo.

Nei testi, l'arcivescovo di Perugia evidenzia come di fronte alle paure dell'uomo, al dolore, alle persecuzioni e alla violenza, la misericordia - tema di questo Anno giubilare - sia "il canale della grazia che da Dio arriva a tutti gli uomini e le donne di oggi", soffermandosi poi, nelle 14 stazioni, su piaghe aperte come quelle dei migranti e dei profughi - ai quali il Papa ha dedicato ieri la messa "in coena Domini" con il rito della lavanda dei piedi al Cara di Castelnuovo di Porto -, dei cristiani perseguitati, dei bambini abusati, delle famiglie lacerate o senza lavoro, della memoria dolorosa degli ebrei sterminati nei lager, fino alle "ostentazioni" dei potenti di oggi. "Abbiamo paura del diverso, dello straniero, del migrante", osserva il porporato scelto dal Papa per le riflessioni di quest'anno. E quando Gesù cade la prima volta sotto il peso della croce, rimarca che "ci sono situazioni di sofferenza che sembrano negare l'amore di Dio. Dov'e' Dio nei campi di sterminio? Dov'è Dio nelle fabbriche dove lavorano come schiavi i bambini? Dov'è Dio nelle carrette del mare che affondano nel Mediterraneo?". Ma la risposta è immediata: "Ecco, Cristo è lì. Scarto tra gli scarti. Ultimo con gli ultimi.

Naufrago tra i naufraghi", a sottolineare ancora l'attenzione della Chiesa alle tragedie di profughi e migranti, e non solo. La preghiera si alza "per tutte quelle situazioni di sofferenza che sembrano non avere senso, per gli ebrei morti nei campi di sterminio, per i cristiani uccisi in odio alla fede, per le vittime di ogni persecuzione, per i bambini che vengono schiavizzati sul lavoro, per gli innocenti che muoiono nelle guerre". L'invocazione riguarda anche "tutti gli orfani della terra", "tutte le donne oggetto di sfruttamento e violenza". "Il tuo volto, Signore, io cerco!", dice la meditazione citando il Salmo 27: "Aiutami a trovarlo nei fratelli che percorrono la strada del dolore e dell'umiliazione - quindi prosegue -. Fa' che io sappia asciugare le lacrime e il sangue dei vinti di ogni tempo, di quanti la società ricca e spensierata scarta senza scrupolo".

Si arriva così agli "uomini, le donne e i bambini" che "soffrono per una famiglia spezzata", a quanti "pensano di non avere più dignità perché non hanno un lavoro", e a "quante volte i giovani sono costretti a vivere una vita precaria e perdono la speranza per il futuro". Nei soldati che ai piedi della croce si contendono le vesti di Gesù, Bassetti vede "la banalità del male" (citando Hannah Arendt, mentre altri passi prendono poi a prestito brani di don Primo Mazzolari, di padre Davide Turoldo, di Giovanni Paolo II). E il corpo spogliato di Gesù "racchiude in sé l'immenso dolore dell'umanità e racconta tutte le sue piaghe". "Soprattutto quelle più dolorose: le piaghe dei bambini profanati nella loro intimità", rileva significativamente. Tornano più volte, nelle meditazioni, i cristiani uccisi e perseguitati nel mondo: "Il XX secolo è stato definito il secolo dei martiri: esempi come quelli di Massimiliano Kolbe ed Edith Stein esprimono una luce immensa. Ma ancora oggi il corpo di Cristo è crocifisso in molte regioni della terra. I martiri del XXI secolo sono i veri apostoli del mondo contemporaneo". Anche Gesù, dopo la morte, viene raccolto "con la forza della fede" da Giuseppe d'Arimatea "da sconfitto. Da malfattore, Da rifiutato". Spunto per un'ultima, severa, annotazione. "Il silenzio, la semplicità e la sobrietà con cui Giuseppe si avvicina al corpo di Gesù contrasta con l'ostentazione, la banalizzazione e la fastosità dei potenti di questo mondo".

"Sembrano, ormai, tante stazioni della Via Crucis: Bruxelles, in questi giorni; e poi anche New York e Parigi, il Kenya e la Tunisia, il Mali e lo Yemen, la Siria, il Mar Mediterraneo e il Mar Egeo... come pure i tanti presidi militari che vediamo moltiplicarsi nelle città, quasi come in un assetto di guerra". E' quanto afferma l'ordinario militare per l'Italia, arcivescovo Santo Marcianò, nel suo messaggio per la Pasqua 2016. "E il male inspiegabile, il terrore incontrollabile, le fughe inarrestabili sono - erano già - il dolore, il peso specifico della Croce che il Figlio di Dio ha portato e continua a portare tra le strade del mondo".

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