(ANSA) - La strategia dell'amministrazione Obama di colpire ovunque i terroristi con micidiali raid aerei va avanti. Così un nuovo attacco è stato sferrato contro un campo di addestramento di jiadhisti. Stavolta in Somalia, dove nel fine settimana oltre 150 militanti di al Shabaab sono stati uccisi nel corso di un attacco condotto con droni e aerei. L'operazione che ha colpito il gruppo vicino ad al Qaida arriva a poco più di due settimane dal raid su un campo di addestramento dell'Isis a Sabratha, in Libia, nel quale è stato ucciso Noureddine Chouchane, l'uomo considerato la mente degli attentati al museo del Bardo di Tunisi e alla spiaggia di Soussa, sempre in Tunisia. La decisione di attaccare il campo di al Shabaab, in Somalia, a circa 190 chilometri dalla capitale Mogadiscio, è stata motivata dal Pentagono dalle informazioni di intelligence secondo cui il gruppo stava preparando una "attentato su larga scala" e rappresentava una minaccia per gli Stati Uniti e per le forze dell'Unione africana in Somalia. In particolare l'attacco - come spieganpo alla Difesa americana - è stato messo a segno con più droni e un aereo con equipaggio, utilizzando bombe e missili. Nel mirino un sito denominato Raso Camp, tenuto sotto osservazione per diverse settimane e colpito quando l'attività di addestramento è sembrata finire e si è sospettato l'inizio di un attacco, probabilmente contro personale americano o africano. "Secondo le valutazioni preliminari oltre 150 terroristi sono stati eliminati", ha riferito il capitano Jeff Davis, un portavoce del Pentagono, parlando di "successo" dell'operazione ed escludendo al momento vittime civili. Nel campo, stando alle stime americane, c'erano almeno 200 militanti. Al Shabaab è legato a vari atti terroristici: tra gli ultimi, il mese scorso, due ordigni in un ristorante pieno di gente nella città somala di Baidoa e l'esplosione di una bomba a bordo di un aereo passeggeri, costretto ad un atterraggio di emergenza a Mogadiscio. Nel novembre scorso, in Libia, un altro raid aereo americano, quello nell'area di Derna, nell'est del Paese, dove fu ucciso Abu Nabil, considerato il portavoce dell'Isis e inviato nel Paese nordafricano direttamente dal leader supremo dello stato islamico al Baghdadi.